PALERMO. L'università di Palermo è al ventisettesimo posto in Italia e al 554esimo tra le prime mille istituzioni accademiche del mondo nella classifica della Cwur ranking, sigla che sta Center for World University Rankings. La valutazione dipende da cinque voci, tre relative ai traguardi e ai riconoscimenti conseguiti dagli allievi e dai docenti in ambito accademico e privato («Quality of Education», «Alumni Employment» e «Quality of Faculty»), due riferite a indicatori più «tradizionali», come il numero, l'influenza e l'impatto di pubblicazioni, citazioni e brevetti.
La «Quality of Education» è misurata in base al numero di laureati che hanno avuto riconoscimenti (posto 375); l'Alumni employment è relativa ai laureati che occupano posizioni dirigenziali in aziende e società (306), la «Quality of faculty» si riferisce agli universitari che hanno vinto premi internazionali (210).
«Non mi esalto per i buoni piazzamenti in classifiche come questa e non mi avvilisco per le valutazioni meno positive in altre - dice il rettore Roberto Lagalla - prendo le graduatorie per quello che sono, come un tentativo sempre difficile di fotografare la realtà attraverso i numeri. Mi fa piacere però che questa valutazione renda merito alla qualità dei nostri allievi, che sono in grado di competere con successo in ogni contesto nazionale e internazionale, segno di un'ottima formazione».
E intanto la Crui, la Conferenza dei rettori italiani, prende posizione sulla diffusione dei risultati della classifica U-Multirank, avviata come modello sperimentale con la partecipazione volontaria di soli 31 atenei su 78. A essere motivo di «critica riflessione» da parte della Conferenza delle università italiane - come si legge nel verbale dell'Assemblea - sono i «limiti di metodo e di congruità dei criteri posti alla base di U-Multirank» e il «significativo motivo di preoccupazione e di potenziale, quanto immeritata, caduta di immagine per molte e prestigiose istituzioni accademiche».
«La Crui - dice Lagalla - ha dato voce allo stupore con cui molti Atenei di solida tradizione, compreso quello di Palermo, hanno accolto i risultati. Un progetto sperimentale è stato divulgato come una graduatoria fondata e scientificamente attendibile».