NEW YORK. «Quanto è difficile esser attrice e mamma: meglio essere una comune mortale che riesce a conciliare famiglia e ufficio». Reduce dal recente annuncio della separazione dal marito Chris Martin, Gwyneth Paltrow si è messa nei guai con una intervista al sito E! News che le ha attirato i commenti al vetriolo di tante mamme che lavorano. «È diverso per voi che lavorate in ufficio perchè è una routine, e avete tempo di fare tante cose la mattina e poi tornate a casa la sera», ha detto la diva premio Oscar per Shakespeare in Love: «Se invece giri un film ti ordinano di andare in Wisconsin per due settimane e poi lavori 14 ore al giorno ed è tutto molto difficile». Apriti cielo: tante mamme «normali» su Internet non si sono affatto divertite, nè hanno avuto nei confronti della diva sentimenti di benevolo compatimento. Una di loro, Mackenzie Dawson, ha visto rosso e portato la sua indignazione al New York Post, il tabloid di cui è collaboratrice. Mackenzie, che vive nei suburbs newyorchesi e lavora a Manhattan, ha scritto alla Paltrow una lettera aperta in cui letteralmente divora con il suo sarcasmo la filiforme attrice sul cui fenomeno «odio/amore» di recente la rivista Vanity Fair aveva preparato un servizio, poi rimasto nel cassetto: «Come madre di un bimbo di due anni non potrei essere più d'accordo! Grazie a Dio che non faccio i milioni girando un film all'anno è quello che mi dico tutte le mattine mentre aspetto su una pensilina al vento e al freddo di cominciare i miei 45 minuti da pendolare verso la città. È diventato il mio mantra». La Paltrow, che ha 41 anni, sta divorziando dal frontman dei Coldplay dopo 10 anni di matrimonio. L'attrice ha appena finito di girare un film intitolato «Mortdecai» con Johnny Depp girato a Londra, dove ha abitato fino a quando di recente non ha deciso di trasferirsi in California. Mackenzie, nella sua lettera aperta, ha demolito le
affermazioni della diva sul fatto che le mamme normali «hanno tempo di far cose la mattina»: «Verissimo, a volte riesco a bere mezza tazza di caffè prima che diventi freddo... Dopo la sveglia alle sei, posso solo sperare di riuscire di far la doccia e infilarmi le calze prima che mio figlio cominci a piangere nella culla. Poi, quando lui chiama devo decidere se
finire di vestirmi o correre da lui ancora bagnata. Dimmi se non sono viziata con le mie chance di scelta».
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