ROMA. Nel prossimo anno scolastico in Italia ci sarà un aumento di 34 mila alunni ma il numero di docenti resterà invariato a quota 600.839, per effetto del blocco dell'organico di diritto. E a risentirne saranno le regioni del Sud: in Sicilia, ad esempio, gli insegnanti caleranno di più di 500 unità.
A lanciare l'allarme è l'Anief, che riporta un'anticipazione della rivista specializzata 'Orizzonte Scuola". "La rivista - riferisce il sindacato - ha rilevato che come nel gioco delle tre carte, poichè gli organici non possono essere modificati e gli alunni in talune regioni aumentano, spostiamo cattedre da una regione all'altra. A saldo invariato".
Ma se il totale rimane immutato, c'è comunque chi guadagna e chi perde. "Peccato che, sottolinea l'Anief, a perdere insegnanti saranno solo le regioni del Sud"
Nel prossimo anno scolastico si perderanno 14 cattedre in Abruzzo, 58 in Basilicata, 183 in Calabria, 387 in Campania, 33 in Molise, 340 in Puglia, 27 in Sardegna, 504 in Sicilia. Tranne l'Umbria, che perderà comunque appena 11 posti, tutte le altre regioni del Centro-Nord avranno invece un numero maggiore di docenti.
"Basta con la costituzione degli organici dei docenti avendo come riferimento solo i numeri degli iscritti - commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - le scuole non sono fabbriche dove si costruiscono robot. Meridione e isole avrebbero bisogno di più docenti e risorse, perchè presentano tassi di dispersione altissimi".
L'Anief, citando gli ultimi dati della Ragioneria generale dello Stato e della Fondazione Agnelli, ricorda che tra il 2007 e il 2012 il personale della scuola ha perso oltre 124 mila posti (-10,9%): da 1.137.619 unità di personale si è passati a poco più di un milione, con gran parte di questi posti persi che appartengono al corpo docente. Anche se il numero di alunni tra il 2009 e il 2012 è aumentato di 90.990 unità, quello degli insegnanti si è ridotto del 9% passando da 843 mila a 766 mila.
Nuovo anno scolastico, più alunni ma docenti invariati: in Sicilia 500 insegnanti in meno
Allarme dell'Anief: "A risentirne le regioni del Sud"
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