LONDRA. Diana agì da "talpa", passando i numeri di telefono riservati della famiglia reale al suo peggiore nemico: la stampa. Una dichiarazione bomba che è uscita dal processo in corso a Londra sullo scandalo Tabloidgate. A dirlo l'ex corrispondente reale del News of The World, Clive Goodman, che avrebbe ricevuto la preziosa rubrica dalla principessa via posta nel 1992, e che oggi si ritrova a parlare da imputato nello scandalo intercettazioni del gruppo Murdoch. Goodman ha dichiarato che Diana in persona gli aveva chiesto di vedere i numeri. Lei era alla ricerca di un «alleato» nel mondo della stampa. «A quel tempo era in una situazione molto tesa col principe di Galles e si sentiva sopraffatta dalla gente attorno a lui», ha aggiunto l'ex giornalista. Era un modo quindi per colpire Carlo quando i rapporti fra i due erano ormai deteriorati: la separazione della coppia risale proprio al 1992. Diana addirittura si sincerò che il giornalista avesse ricevuto la rubrica telefonandogli: voleva essere sicura, sempre secondo Goodman, di raggiungere il suo obiettivo. L'ex giornalista non ha poi chiarito se quei numeri siano stati usati per fare i molti scoop sul naufragio della coppia e sulla tresca fra Carlo e Camilla che sono usciti nei mesi successivi sul giornale. Goodman ha anche ricordato che Diana aveva ottime relazioni con molti altri giornalisti. E la storia gli dà ragione. Lei non fu solo «principessa del popolo», definizione che risale alla sua tragica morte nel 1997 in un incidente automobilistico a Parigi, ma un'abile calcolatrice che con spregiudicatezza si servì dei tabloid per vendicarsi del marito e dei reali. Non si può non ricordare che spesso e volentieri sulle prime pagine dei giornali per i suoi amori, Diana portò avanti nel corso degli Anni Novanta una sorda guerra contro "The Company" e cioè i Windsor. Non si fece scrupoli ad usare i più pettegoli e beceri tabloid (in particolare il giornalista Andrew Morton) come strumento per far pubblicare notizie a lei favorevoli. L'entourage di Carlo avrebbe risposto a queste "campagne" informando a sua volta i tabloid delle numerose sbandate amorose della principessa, nel palese tentativo di toglierle l'aureola di vittima. Le rivelazioni di Goodman sono da inserire in questo quadro storico. E nella sua deposizione ha detto come negli anni sia entrato in possesso di numerose rubriche coi numeri dei reali. Quei numeri che, per motivi di privacy ma anche sicurezza, dovrebbero essere riservati. E che invece, come emerge, sono facilmente ottenibili da chi, all'interno dell'entourage reale, non si fa troppi scrupoli sul colpire i reali laddove sono più vulnerabili: il gossip. Alla regina Elisabetta queste nuove informazioni non faranno piacere e sono un nuovo strale del 1992, l'"annus horribilis" della sua vita. Allora naufragarono i matrimoni di tre dei suoi quattro figli, con l'aggravante degli scandali, e le andò a fuoco l'amato castello di Windsor.
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