ROMA. «Il terzo figlio? È imminente. Maschio o femmina è indifferente, tanto ormai con Ilary la coppia l'abbiamo fatta». Francesco Totti nuovamente padre. È lo stesso capitano della Roma, intervistato nella trasmissione "S'è fatta notte" condotta da Maurizio Costanzo su Rai1, a parlare apertamente della possibilità di avere a breve un terzo figlio dopo Cristian e Chanel. Nella lunga chiacchierata andata in onda domenica notte, il numero 10 affronta diversi temi calcistici e non.
«C'è un sogno che sto ancora rincorrendo e spero non sia impossibile da realizzare ed è quello di vincere la Champions League - confessa Totti -. Sarebbe il coronamento di tutto, ma i tempi sono ristretti». A 37 anni, infatti, il capitano giallorosso è sul viale del tramonto. Un viale che avrebbe voluto condividere con alcuni grandi campioni. «La squadra ideale in cui mi sarebbe piaciuto giocare? Buffon in porta, poi difesa a tre con Maicon, Samuel e Candela, a centrocampo De Rossi, Xavi e Iniesta, poi io, Cristiano Ronaldo, Messi e Ibrahimovic. Costosa? Problemi del presidente, un pò sbilanciata forse, sicuramente bella e soprattutto impossibile». Come una convocazione in estate per volare in Brasile con la maglia azzurra.
«Non penso che andrò ai Mondiali, per scelta e perchè credo che Prandelli ha già deciso
l'organico da portare - spiega - A me non ha mai detto niente, ma non giudico nessuno, io rispetto tutti. Della Roma andrà De Rossi, e forse Florenzi, vedremo». Totti si sofferma poi sul tecnico francese Rudi Garcia. «Ha fatto un grande lavoro nello spogliatoio perchè venivamo da due anni difficilissimi, soprattutto nella gestione del gruppo - ammette -. Purtroppo quando non arrivano i risultati, il gruppo si sfalda, ognuno pensa a se stesso. Come ho sempre detto si vince avendo un gruppo, poi è normale che servono i giocatori
forti, però con una base solida si riesce a partire col piede giusto. E Garcia ha già capito come è Roma, è preparato e sa quello che vuole».
Volgendo lo sguardo al passato, invece, Totti ricorda la sua ammirazione per Giannini («era il mio idolo, lo vedevo come capitano e bandiera della Roma. Mi identificavo e
speravo un giorno di diventare come lui. Dopo fortunatamente ci sono quasi riuscito...») e il periodo dell'infanzia, «bellissimo, pensavo solo a divertirmi ed ero molto più libero
rispetto ad oggi». A mancare di più a Totti, infatti, è proprio la libertà di poter vivere Roma senza doversi nascondere. «L'unica cosa a cui sono insofferente è la vita privata, non ho la possibilità di girare tranquillamente, e un pò mi manca non fare una
passeggiata in centro o dover entrare al cinema quando le luci sono già spente - le sue parole -. Da un lato sono orgoglioso dell'affetto della gente, però ci sono alcuni momenti in cui vorrei essere invisibile, fare tante cose senza esser visto da nessuno. Tuttavia non ho mai pensato di andare a vivere in un'altra città».
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