PALERMO. Un incubo che dura da quasi nove mesi. Lo stipendio non arriva, il mutuo da pagare e i figli da mantenere. È la situazione dei 519 lavoratori delle cooperative «Comitini», «Pubblica Istruzione», «Istruzione Pubblica», «30 Aprile» e «Service», che da oltre venti anni lavorano come addetti alle pulizie e sorveglianti in 93 scuole della città e della e provincia. Nel novembre scorso da Roma era arrivata la proroga del servizio per tutto il 2014. I lavoratori hanno interrotto quindi lo sciopero, cominciato a settembre, e sono tornati a esercitare la loro attività. I soldi degli stipendi, però, non sono ancora arrivati e sono aumentate così le difficoltà economiche per loro. Nella mattinata di ieri hanno protestato davanti alla prefettura di via Cavour per richiedere un incontro con il prefetto Francesca Cannizzo.
L’anno scolastico potrebbe quindi finire nello stesso modo in cui è cominciato: orari ridotti, aule e banchi sporchi. E i presidi sono preoccupati dalle possibili conseguenze: «Dal mese di giugno i lavoratori non percepiscono lo stipendio – dice Francesco Amato della Felsa Cisl Palermo e Trapani –; hanno dimostrato una grande civiltà aspettando pazientemente i fondi che spettano loro. Seguire il percorso della legalità non serve a molto. Se non arriveranno delle risposte penseremo a forme di protesta più eclatanti». «È una vicenda che seguiamo – replica il direttore dell’Ufficio regionale Scolastico Maria Luisa Altomonte – qualche giorno fa dal ministero dell’Istruzione ci hanno fatto sapere che la documentazione che avevamo prodotto non era sufficiente, quindi contiamo di risolvere il problema al più presto possibile. C’è una procedura aperta per lo sblocco dei 12 milioni per gli stipendi dell’anno scorso e stiamo procedendo anche per quelli di quest’anno». Mentre si attendono notizie e certezze, però, sono tanti i volti preoccupati che passeggiano nervosamente sul marciapiede di via Cavour. «Non possiamo nemmeno accedere agli aiuti delle parrocchie; né ci spetta un rimborso per la spesa perché sulla carta siamo lavoratori con uno stipendio accettabile. Non sappiamo più cosa fare», dice Rosario Polizi. «È umiliante non poter dare ai propri figli i soldi per la merendina a ricreazione – aggiunge Nicola Stassi – anche andare a lavorare ha i suoi costi. La macchina non si può più utilizzare». Il problema, anche se in termini diversi, è sentito in tutta Italia, come ha ricordato l’assessore comunale alla Scuola Barbara Evola. Dal 28 febbraio infatti sarà obbligatorio ricorrere agli appalti Consip per la pulizia delle scuole con una riduzione dei fondi disponibili a livello nazionale. A lanciare l’allarme è la Commissione istruzione dell’Anci Nazionale che richiede al Governo l’attivazione del tavolo di confronto politico per discutere del problema. «Si tratta - spiega la Evola - di un sistema di calcolo che in tutta Italia rischia da un lato di tagliare nell'immediato circa 24 mila lavoratori e per altro non garantirebbe condizioni minime di qualità dei servizi».