Angelina Mango, Ghali, Alessandra Amoroso, Il Tre, Mr.Rain: è la terza top five di Sanremo 2024, frutto del giudizio della giuria delle radio e del televoto. Il festival, che si prepara a dar voce domani alla protesta degli agricoltori, riabbraccia Gianni Morandi e Russell Crowe, lancia appelli alla pace con Eros Ramazzotti e Giuliano Sangiorgi, grida basta alle morti bianche con Stefano Massini e Paolo Jannacci, ritrova i monologhi. L’apertura, però, è tutta nel segno dell’ironia di Teresa Mannino, che riporta la comicità all’Ariston.
L’attrice demolisce la liturgia della scala, «è inutile, ci sono altri otto ingressi», entra in stile diva di Broadway, si stende in braccio a Il Volo, sferza a modo suo la sovraesposizione mediatica del festival: «I giornalisti stanno tutti qua, se succede un fatto nel mondo non lo sapremo mai: è un mese di incoscienza. Sanremo è un grande carnevale. L’unica cosa negativa è che stasera non mi posso vedere Sanremo».
Uno show esilarante che ridona il sorriso ad Amadeus, dopo una giornata di polemiche legate al caso della presunta pubblicità occulta a un’azienda di scarpe nella performance di John Travolta di ieri (7 febbraaio). «Oggi si è parlato tanto, secondo me forse troppo, di John Travolta e credo non si sia dato il giusto spazio alla straordinaria testimonianza del maestro Giovanni Allevi», sottolinea aprendo la serata il direttore artistico.
Ci scherza su, invece, Fiorello, coinvolto nell’imbarazzante qua qua dance con la star hollywoodiana finita perfino sulla Reuters: «Se avessimo scippato due anziani fuori dalla posta ci avrebbero insultato di meno, lo scippo è meno grave del ballo del qua qua», ride lo showman in collegamento dall’Aristonello. Fa una battuta anche Morandi, venuto a riprendersi l’ovazione dell’Ariston un anno dopo con C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones e Apri tutte le porte. E soprattutto a ironizzare è Russell Crowe, tornato a Sanremo con la sua band The Gentlemen Brothers. «Al mio segnale scatenate l’inferno», scandisce in italiano l’epica battuta del Gladiatore di Ridley Scott, poi abbraccia Mannino urlando «Teresa» e quando l’attrice cita le altre star con origini italiane, suggerisce «Travolta, what that fuck!» e mima la chicken dance.
Amadeus dà il bentornato in Rai a Massimo Giletti, seduto in platea: «Tornare nell’azienda in cui sono nato e cresciuto è un’emozione molto intensa: la dedico a tute le persone che sono qui, che mi hanno dato un calore nei momenti difficili che non posso dimenticare», dice il giornalista che il 28 febbraio condurrà in prima serata su Rai1 dedicata ai 70 anni della tv.
Per i 40 anni di Terra Promessa, con cui vinse tra le Nuove Proposte, torna ospite Eros Ramazzotti. Trascina il teatro in un mega karaoke, poi lancia il suo appello: «Ci sono quasi 500 milioni di bambini che vivono in zone di conflitto, altri milioni che non vedranno mai la terra promessa: basta sangue, basta guerre. Pace! I nostri pensieri forever». Ricominciamo tutto... con la pace!», urla anche Giuliano Sangiorgi citando il titolo della canzone dei Negramaro (e bacia Emma sulla bocca).
C’è spazio per un momento di riflessione sulle morti sul lavoro. Stefano Massini e Paolo Jannacci cantano L’uomo nel lampo, storia di un operaio che muore in un’esplosione in fabbrica e lascia un bambino di pochi mesi. «Il lavoro è un diritto che non prevede la morte, proteggere i lavoratori è un dovere», dice Amadeus. E Massini: «C’è un amore di cui non si parla mai, ma fondamentale, quello che dovremmo avere per i nostri diritti, quelli che ci spettano, chiunque tu sia. Viva la dignità».
Nel suo monologo Mannino riflette invece sull’uomo che si è montato la testa e pensa di essere superiore alla natura: «Al potere su - dice - preferisco il potere di, che ha un’altra energia, il potere di ridere e far ridere, di vestirmi con le piume, di cantare stonata, di ballare per strada». In quota fiction Sabrina Ferilli, interprete di Gloria, e Edoardo Leo, protagonista di Clandestino, che invita a proteggere «i commedianti e gli artisti». «Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti», dice citando Karl Kraus. «Splenda sempre a mezzogiorno il sole della cultura, ultimo spiraglio di luce prima del buio».
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