Loredana Bertè, Angelina Mango, Annalisa, Diodato, Mahmood: è la top five della prima classifica dell’Amadeus V, che arriva - con il voto della sala stampa - al termine di uno show monstre, ma serratissimo, che alterna ritmi da discoteca e momenti di commozione. La doppia standing ovation per Marco Mengoni, che rivive l’emozione di Due Vite, la sorpresa del ritorno di Zlatan Ibrahimovic, la toccante lettera della mamma di Giogiò, il musicista di 24 anni dell’Orchestra Scarlatti Young ucciso lo scorso agosto a Napoli: sono alcune istantanee simbolo di una serata che si apre nel segno del nazional popolare con l’inno della fanfara del IV reggimento dei carabinieri a cavallo.
«Manca pochissimo e poi nulla sarà più come prima, tra un attimo ascolteremo le nuove trenta canzoni che ci cambieranno la vita, almeno per un po'», dice emozionato il co-conduttore Mengoni. Poi tocca ad Amadeus: in smoking bianco e nero il direttore artistico si fa il segno della croce e scende il platea a salutare la moglie Giovanna e il figlio Josè. «In questi cinque anni ho finito gli aggettivi per descrivere la gioia di essere qui, dare il via alla gara ma soprattutto a una bellissima festa, un rito collettivo, un party di cinque giorni che farà emozionare l’intero paese», dice il padrone di casa prima di assumere in modo impeccabile la guida della maratona.
Sfilano tutti e trenta i cantanti in gara. Ad aprire è Clara, vincitrice di Sanremo Giovani, con Diamanti grezzi, a chiudere Il Tre con Fragili. Fiorella Mannoia, scalza, abito lungo di pizzo bianco, conferma le sue doti di interprete con Mariposa. I La Sad portano sul palco le loro creste colorate ma anche il tema del suicidio. Ecco Ghali con Casa mia accompagnato dall’Alieno, i Negramaro convincono con Ricominciamo tutto. Annalisa canta Sinceramente e prenota il podio, Diodato è in quota romanticismo con Ti muovi.
Tra abbracci ai conduttori, lanci di bouquet al direttore d’orchestra, mosse da twerking - tutti punti al Fantasanremo - spaccano Loredana Bertè con la potente e autobiografica Pazza, i The Kolors che travolgono l’Ariston con Un ragazzo una ragazza, Angelina Mango che domina il palco con La Noia. E Geolier, brillantina e abito lurex nero, porta al festival per la prima volta un brano tutto in napoletano, I p’me, tu p’ te. I Ricchi e Poveri versione duo sono avvolti in un mega fiocco di raso rosso per Non tutta la vita e Amadeus va a ballare in galleria. Il Volo punta sul super pop con Capolavoro. Dargen D’Amico arriva ricoperto di orsetti di peluche ma poi grida: «Cessate il fuoco. Il nostro silenzio è corresponsabilità».
Mengoni manda in visibilio la platea con un medley delle sue hit, L’essenziale, Guerriero, Pazza Musica, Proteggiti da me, sdogana la gonna sul palco, si mette in gioco misurandosi anche con la cifra ironica, come quando cita Anna Marchesini nel finto monologo con collo elisabettiano o si presenta con tutto l’armamentario utile per evitare emergenze all’Ariston: si ammanetta ad Amadeus (nella foto) per scongiurare il rischio di nuovi casi Bugo-Morgan e distribuisce «preser-bacini», filtri di plastica trasparente per evitare scandali alla Rosa Chemical. «Tutti i baci - dice - hanno gli stessi diritti».
A sorpresa torna Ibra, che scherza con Amadeus sulla necessità di un ricambio alla guida del festival. «Tu hai 61 anni, io 42 e ho smesso, perché ho ascoltato il mio corpo». Va a sedersi in prima fila: «Ma se ti vedo stanco chiamo il cambio, qui fuori c’è la fila di presentatori». Il tormentone dell’addio a Sanremo non poteva sfuggire a Fiorello: nel primo collegamento con l’Aristonello, srotola il mega mantello «Ama pensati libero, è l’ultimo», citando la stola di Chiara Ferragni.
Si cambia registro e la commozione contagia visibilmente Amadeus, il pubblico e anche gli orchestrali quando sul palco arriva Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo: «L’amore è il contrario della morte, e tu stasera vivi attraverso la musica che amavi», dice leggendo una lettera al figlio, e dedica i fiori «alla giustizia». Toccante anche l’omaggio a Toto Cutugno: la sua voce risuona in teatro mentre l’orchestra esegue Gli amori, con le immagini in bianco e nero del Festival 1990.
Lazza scalda piazza Colombo con Cenere, Tedua fa scatenare il palco galleggiante con Hoe. Resta invece a Porto Sole, a qualche centinaio di metri dal teatro, la mucca Ercolina II, simbolo della protesta dei trattori. «Porte aperte, non cambio idea», tiene il punto Amadeus. Ma con le sigle degli agricoltori al momento non c’è alcuna trattativa in corso, ribadisce la Rai.
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