Amore, amore e solo (o quasi) amore. Sembra essere la regola non scritta del festival di Sanremo che, come non succedeva da qualche tempo, si dedica quasi esclusivamente ai sentimenti (e a un certo classicismo, anche da parte dei più giovani), nelle 26 canzoni in gara, che oggi sono state fatte ascoltare in anteprima, come da tradizione, ai giornalisti. Nonostante la pandemia, nonostante il distanziamento sociale o peggio quello affettivo, nonostante gli ultimi dodici mesi che hanno stravolto le nostre vite e che sembrano interessare poco o niente gli artisti. Nonostante, o forse proprio per questo. "L'amore è un argomento sempre molto sentito - conferma Amadeus, che da direttore artistico ha avuto il difficile compito di selezionare i brani tra gli oltre trecento arrivati -, molte canzoni sono state scritte durante il lockdown, quindi evidentemente si sentiva un gran bisogno di amore. C'è sofferenza, c'è solitudine, ma non posso dire se questo sia legato al covid. Nella scelta non mi sono fatto influenzare dai temi, piuttosto parto da un'idea radiofonica. Ovvero, scelgo pezzi che penso possano essere ascoltati il più a lungo possibile. Vado su quello che più mi colpisce e mi emoziona. L'anno scorso ha funzionato". E anche il fatto che sia un festival a trazione giovane, con pochissimi over 50, non è voluto a tavolino. "Le cose più forti mi sono arrivate dai ragazzi, ma questo non mi ha impedito di avere più generi musicali. E se stavolta ci sono meno rap e trap e più riferimenti al passato significa che i giovani ascoltano e riscoprono le radici della musica italiana", aggiunge ancora il conduttore che rivendica la decisione di aver portato a 26 i brani in gara, "anche per dare un segnale di ripresa in più in questo anno di fermo totale per la musica. Non un risarcimento, e da parte delle case discografiche nessuna pressione, ma psicologicamente ho pensato anche a questo e ho valutato che dieci minuti in più di trasmissione potessero essere un segno di ripresa". Amore, dunque. Quello perso ma mai dimenticato di Aiello, quello che non vuole finire e si aggrappa alle ultime volte cantato da Annalisa, quello che non ha più niente da dirsi nel brano scritto da Gigi D'Alessio per Arisa e quello che brucia di Fasma (l'unico a usare l'autotune). E poi l'amore solido e duraturo, nella linea della melodia più classica, cantato da Orietta Berti ("le ho chiesto io di partecipare", spiega ancora Ama). Colapesce e Dimartino (tra i più applauditi dai critici) portano un po' di leggerezza in stile battistiano, come fanno anche gli Extraliscio con Davide Toffolo, grazie ai quali l'Ariston si trasformerà in una balera romagnola. Una favola dolce quella di Fulminacci, come anche Gio Evan. A portare una ventata di energia ci pensano Lo Stato Sociale, Gaia in stile Elettra Lamborghini, il rock dei Maneskin, il ritmo di Irama, l'urban al femminile di Madame. Vincitori annunciati a scatola chiusa, Francesca Michielin e Fedez non emozionano, poco incisivo anche Francesco Renga e i Coma_Cose. Da scoprire con calma Ermal Meta, La Rappresentante di Lista, Ghemon e Malika Ayane, ma anche Noemi, dopo un percorso umano e professionale che l'ha cambiata. Random ricorda un po' troppo Ultimo, mentre Bugo è pronto al riscatto dopo l'esclusione di un anno fa - per colpa di Morgan - con una ballad rock orecchiabile e radiofonica. A chiamarsi fuori dalla mischia dei sentimenti, su tutti Willie Peyote (un altro che ha avuto il consenso della platea) che non risparmia una critica al mero intrattenimento in tutti i campi, dall'arte alla politica. E lui sì, che il riferimento alla pandemia lo inserisce tra stadi aperti e teatri chiusi: "questa è l'Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c'è la morte" (e in più si diverte a citare il tormentone Morgan - che succede? - dell'anno scorso). E poi Max Gazzè che, dopo le sperimentazioni degli ultimi tempi, torna alla filastrocca divertente ma intelligente, tra farmaci che risolvono tutto e stregoni da quattro soldi. A tre settimane dal festival, intanto, un vincitore c'è già: è Dario Faini, in arte Dardust, che firma ben cinque brani dei Big. "Ha una cifra stilistica molto forte, ed evidentemente molti si affidano a lui per avere un qualcosa di più o di diverso", è la spiegazione di Amadeus. Ecco le 26 canzoni, che oggi sono state fatte ascoltare alla stampa, in questo ordine.
AIELLO
Ora Un amore perso e ritrovato. Ballad indie, con una metrica un po' ostica per l'orecchio e un suono vagamente distorto.
ANNALISA
Dieci Una storia che non vuole finire e si aggrappa alle ultime volte, che poi ultime veramente non sono mai. Brano che gioca con gli alti e i bassi della voce dell'artista. Ben costruito.
ARISA
Potevi fare di più Gigi D'Alessio ci ha messo la penna, Arisa la sua voce. Una ballad romantica e struggente ("ero dentro i tuoi occhi ma tu non lo ricordi"), che però fatica ad aprirsi.
BUGO
E invece sì Peccato che in sala non ci sarà il pubblico per questo brano che spinge al coro e ad abbracciarsi cantando insieme. Rock leggero che piacerà.
COLAPESCE E DIMARTINO
Musica leggerissima In un "crescendo di violini e guai" i due artisti ci portano nel loro mondo, con sonorità battistiane e un brano che si canticchia subito. Bravi.
COMA_COSE
Fiamme negli occhi Qualche metafora azzardata, per il duo indie, coppia nella vita e sul palco. Un brano che non convince del tutto.
ERMAL META
Un milione di cose da dirti Brano non facile per il cantautore che arriva tra aspettative molto alte, dopo la vittoria con Fabrizio Moro. Brano che sembra parlare a una bimba. Da riascoltare.
EXTRALISCIO Feat. Davide Toffolo
Bianca luce nera E d'improvviso Romagna fu. Il liscio promosso tra i grandi al festival. Idea originale di Amadeus, che non dispiacerà ai più.
FASMA
Parlami Promozione sul campo, a colpi di visualizzazioni e di autotune, per il giovane trapper, un anno fa in gara tra le Nuove Proposte. Un po' trottolino amoroso, un po' giovane arrabbiato.
FRANCESCO RENGA
Quando trovo te Nonostante le firme di Roberto Casalino e di Dario Faini, il pezzo non decolla, come anche la voce di Renga. Brano un po' spento, magari l'orchestra saprà dargli più luce.
FULMINACCI
Santa Marinella Una delicata favola parlata per uno degli esordienti al festival, in quota indie. Ha da giocarsi molto, ma ha le carte giuste per farlo.
GAIA
Cuore amaro Ritmi sudamericani che incontrano quelli mediorientali. Un uptempo in stile Elettra Lamborghini.
GHEMON
Momento perfetto Hip hop che incontra il jazz, che incontra Sergio Caputo. Un brano che merita più di un ascolto.
GIO EVAN
Arnica Una poesia che è una pomata carezzevole al cuore e agli urti della vita quotidiana.
IRAMA
La genesi del tuo colore Uno dei cinque brani firmati da Dardust, e il suo segno si sente. Brano ritmato, che riporta Irama di nuovo al festival.
LA RAPPRESENTATE DI LISTA
Amare Una ballad che strizza l'occhio, e l'orecchio, al rock. Ritornello martellante.
LO STATO SOCIALE
Combat Pop L'attacco ricorda il Gioca Jouer di Claudio Cecchetto, il testo cita perfino Amadeus e il suo profilo di coppia, ma non manca una critica alla società. La scossa all'Ariston che ci si aspetta dal gruppo bolognese.
MADAME
Voce Protagonista l'amore tra donne per una delle rappresentanti più autorevoli al momento del rap al femminile, nonostante i suoi 19 anni. Testo un po' troppo lungo.
MALIKA AYANE
Ti piaci così Sembra sentire Malika sorridere in questo brano, un po' criptico. Pop ritmato.
MANESKIN
Zitti e buoni Ventata rock nel perfetto stile della band romana. Schitarrate a go-go e la voce graffiante di Damiano: questo ci aspettava da loro, questo hanno proposto.
MAX GAZZÈ E LA TRIFLUOPERAZINA
Il farmacista Dopo le ultime sperimentazioni, il cantautore torna alla sua filastrocca: divertente, ma intelligente. Attacca con una citazione da Frankenstein Jr (Si può fare), che ricorda anche una sua vecchia canzone (Una musica può fare).
FRANCESCA MICHIELIN e FEDEZ
Chiamami per nome Al primo ascolto non colpiscono i vincitori annunciati a scatola chiusa. Il pop-rap dei due è ben confezionato ma non decolla.
NOEMI
Glicine La nuova versione di Noemi, in stile pop con il marchio Faini (Dardust). Cronaca di una crisi, che è anche una rinascita. La sua.
RANDOM
Torno a te Si inserisce nel filone dei cantautori, stile Ultimo. Troppa somiglianza con il collega che proprio a Sanremo ha trovato la sua fortuna.
ORIETTA BERTI
Quando ti sei innamorato Pezzo melodico, nel senso più tradizionale del termine. Gli autori sono gli stessi di Grande Amore cantato dal Volo, e si sente. Chapeau a Orietta per il coraggio di tornare in gara.
WILLIE PEYOTE
Mai dire mai (La Locura) Tra i pezzi più interessanti, che non risparmia critiche al mondo dello spettacolo, alla politica, allo sport. Cita la serie Boris e nel testo Morgan ("che succede?"). Promosso.