SANREMO. La penna irriverente di Sofia Muscato, tra i protagonisti di Sanremo siciliano in onda su RGS, riassume la prima serata del Festival di Sanremo 2017. Apre Tiziano Ferro che ricorda Luigi Tenco. Ok. Momento ormonale. Tiziano Ferro può cantare nell'ordine: -la lista degli indagati del M5S -l'elenco delle olgettine -il numero di quelli che hanno detto "Sì a Valsoia e No al colesterolo" e comunque... è da orgasmo. Lui è la prova che sono sempre i migliori che se ne vanno. Lui è l'unico motivo per cui vorrei essere uomo. Dopo la mancanza di smagliature, di cellulite e di ciclo, intendo. Entrano Carlo Conti e Maria De Filippi. Fino a oggi pomeriggio, Maria De Filippi aveva la febbre a 38. Alle 21.15 era più pimpante dei Teletubbies fatti di colla vinilica. Deduco che più che Sanremo, sia una puntata speciale di "Supposta per te". Inizia Giusy Ferreri con "Fa talmente male". Anche lei è consapevole degli effetti della sua canzone sul nostro apparato riproduttore. Fabrizio Moro vestito dall'Agenzia Funebre "L'Ultima cena" e pettinato dalla ditta "Pirolandia" si presenta con la stessa faccia di un nemico della contentezza. Pare talmente tanto sfigato che anche le scale si rifiutano di stargli sopra mentre lui passa sotto e il venerdì Santo, a confronto, pare un acconto di Pasquetta. Elodie è l'unica cantante al mondo che si fa lo shampoo con la coloreria italiana. È anche l'unica donna al mondo ad avere i capelli di Memole e le sopracciglia di Beppe Bergomi. Voglio ricordarla così: Rosa-Nero come il Palermo calcio ma senza la piaga Zamparini. Alle 21.46 tutte le forze dell'ordine italiane sono all'Ariston. A fare la guardia, sul territorio non c'è rimasto manco un cane. Anche il cane è sul palco, infatti. Al di là dello scherzo, questo è il momento più importante e sentito della kermesse. Doveroso, direi. È un bel modo per ricordare che i frizzi e i lazzi ci consentono di stare seduti davanti a una tv, ma l'Italia più importante e meravigliosa è quella che lavora all'ombra dei lustrini e non si compiace né di like, né di visualizzazioni. A Lodovica Comello il cielo non basta e nemmeno la stoffa del vestito. La sua presenza all'Ariston, è pretesto per mio padre, costretto a vedere il Festival di Sanremo, per una domanda e un'affermazione. La domanda è:"Chi schifiu vol diri follovers?". L'affermazione è:"Ridatemi Gigliola Cinguetti!". Padre è Cassazione. Figlia è Secondo Grado. Spirito Santo è Tar. Quindi seppelliamo tutti con un Amen. Fiorella Mannoia. Che sia benedetta. Lei e la canzone. L'esempio che voce, classe e contenuti bastano per radere al suolo l'ora e mezza precedente. Alessio Bernabei ha acquistato il completo usufruendo degli sconti Lory’s. È pettinato con l'olio di vasellina, serve per fare scendere meglio gli acuti. Canta Nel mezzo di un applauso. Anche io vorrei che si trovasse nel mezzo di un applauso. Sì, per ammolargli entrambe le garge con tutt'e due le mani. A mortificare Alessio, come se non si fosse mortificato abbastanza da solo, ritorna Tiziano Ferro. Questa volta con Carmen Consoli. Carmen Consoli è vestita da bambola assassina del Sud Carolina, ma è talmente Carmen Consoli che sarebbe potuta andare anche vestita di carta stagnola, limone e accia. Sarebbe potuta andare anche vestita di sarde a beccafico e carta forno. Cantano "Il Conforto". Lo stesso che Barnabei sta cercando, dietro le quinte, nello xanax. Al Bano canta di rose e di spine. Qui scatta l'indecisione. Non ho ancora capito se è un'ode a Santa Rita e Al Bano è vestito da confratello o se è la storia dell'Inter e della sua corsa allo scudetto e Al Bano è vestito da dirigente della società. Da qui a sabato scioglierò la riserva. Ad ogni modo, la voce è più tirata di Lapo Elkann che si è sniffato la Salerno-Reggio Calabria. Samuel dei Subsonica può cantare quello che vuole, tanto per me rimane sempre dentro una discoteca labirinto bianca senza luci colorate, larga un centinaio di km e dalla quale non si possa uscire... Entrano Paola Cortellesi e Antonio Albanese. Cantano un brano su un uomo e una donna che si lasciano. È una performance paracula per promuovere il loro nuovo film "Mamma o Papà". Ad ogni modo, verranno ricordati più dei Jalisse e meno di Mietta e Minghi. Più di Cher e Sonny Bono e meno di Masha e l'Orso. Ron entra che già io sono in fase Rem. Non è Rap ma è Rap, intesa come Risorse Ambiente Palermo. La canzone si chiama l'ottava meraviglia. Dev'essere un chiaro riferimento alla lacca che usa per cotonarsi il ciuffo, dal 1932. Intanto Maria ha effettuato un primo cambio d'abito. Sì, visto l'orario si è messa la camicia da notte estiva. O la tendina per l'uscio della veranda. Sono indecisa. Clementino canta storie di ragazzi fuori. Una è quella di uno scugnizzo dalla vita difficile; una è quella di un drogato che non vede futuro e una è la storia di un rapper che viene eliminato da Sanremo a primo turno. È il momento di Ricky Martin. Picco Feromonico 2.0. Ad ogni canzone si leva un indumento. Spero che canti una decina di brani così almeno arriviamo a scoprirgli il cavallo di battaglia. Ricky Martin è la riprova che il destino è porco. Come se già Tiziano Ferro non me lo avesse già sottolineato, abbastanza. Ermal Meta canta "Vietato Morire". È un'esortazione a sopravvivergli. Ma è una canzone che denuncia la violenza che si maschera da amore. L'amore non colpisce in faccia mai, invece, Ermal Meta colpisce un po' più in basso e causa lo stesso dolore. Comunque, è bene ricordare che Ermal è Meta, non mezzo e manco fine, Meta. Bisogna capire se estiva o invernale. Alle 00.20. Arriva il momento denuncia contro la violenza sulle donne. Rocio Morales dà un fiore a Raul Bova e Raul le fa il mazzo. No. Non si fa. Uomini non imitatelo! Alle 00.37 arrivano Mata e Grifone, i due giganti di Messina. Il momento è più inutile della mia dichiarazione dei redditi, poi, fortunatamente, arriva Rocco Tanica. L'unico siparietto di spessore di tutta la sera. Rocco non delude mai. Il fatto che faccia Tanica di cognome è solo una tralasciabile congiuntura astrale. Non passano Clementino, Ron e Giusy Ferreri. Sono dispiaciuta. Più di Giovanni Rana davanti a un kg di pasta Barilla. Più di Gerry Scotti davanti al riso basmati. Più di Francesco Amadori di fronte al tonno Rio Mare. E domani, se Dio vuole, sarà ancora un Sanremo #licani.