SANREMO. «L'esperienza più forte della mia vita»: Gabriel Garko non usa mezzi termini per definire il suo festival di Sanremo da co-conduttore, da copresentatore, valletto, o semplicemente - preferisce dire lui - da se stesso.
Aveva promesso che non avrebbe indossato una maschera portando in scena la sua spontaneità e così è stato, nel bene e nel male.
La naturalezza e l'autoironia sono gli assi nella manica che lo stanno tirando fuori di impaccio tutte le volte che la lingua si inceppa e parte una 'papera'. Gli occhiali inforcati per leggere il gobbo e gli errori nell'enunciare i titoli delle canzoni e i nomi degli artisti stanno facendo impazzire il web. Garko, con il suo fisico statuario e le sue imperfezioni in scena, è uno degli argomenti in testa ai trend. I commenti a volte sono feroci, ma non se la prende. «I social sono così», dice rassegnato. E aggiunge: «L'indifferenza sarebbe stata peggio delle critiche».
All'inizio, racconta, «pensavo di essere pronto, ma quando poi si sono accese le luci della prima serata nel teatro Ariston tutto è cambiato all'improvviso. È incredibile quanto sia emozionante quel piccolo palco. Sto facendo comunque il possibile per venire fuori al meglio».
Per l'attore, abituato alla fiction e al cinema, alla vita da set, con ripetuti ciak, pause e ripetizioni, la diretta televisiva è un salto nel buio. Se poi il battesimo del fuoco arriva al festival di Sanremo, ovvero le Olimpiadi della tv, la faccenda si fa seria. «La diretta - racconta - è pericolosa, ma divertente». Uno dei momenti da incorniciare è stato lo spassoso faccia a faccia con Nino Frassica, in cui anche Garko si è divertito molto. Anche al Dopofestival si è preso in giro senza sottrarsi a Nicola Savino e soprattutto all'ironia pungente della Gialappa's. «Davanti la tv - osserva - ci sono milioni e milioni di persone. Se sbagli non puoi rimediare, come in teatro, ma senza la ripetitività del teatro. Il Festival sta indubbiamente cambiando il mio rapporto con il mezzo televisivo. Mi porterò dietro un grosso bagaglio di esperienze. Ho tanti progetti. Non credo che ripeterò l'esperienza in conduzione. Ma Sanremo mi ha insegnato anche che non bisogna mai dire mai».
Il suo coach è il capitano Carlo Conti, che definisce «un grandissimo professionista, una persona con cui si collabora bene». Di Virginia Raffaele dice: «La adoro, credo e spero che sia nata una bellissima amicizia». Madalina invece è, per Garko, «una bellissima ragazza, sensualissima, che ha davanti una bellissima e lunghissima carriera».
Di questo festival resteranno anche i nastri arcobaleno e il tema tormentone delle unioni civili. A Garko piace l'idea del Festival come specchio dei tempi: «Penso che ognuno sia libero di dire la sua anche sul palco dell'Ariston. Siamo in un paese libero».
Dell'esplosione che ha provocato la morte di una donna nella villa che ospitava l'attore, appena arrivato a Sanremo, non fa alcun cenno, ma alla domanda sulle forti emozioni di questi lunghi giorni, riflette alcuni secondi e confessa che il Festival è «l'esperienza più forte» della sua vita.
Dell'incidente non ci sono tracce visibili, lo shock sembra superato, ma i segni resteranno. Ora accanto a lui a Sanremo c'è anche Adua Del Vesco, la sua fidanzata. «Dal punto di vista fisico - spiega Gabriel - il festival è un massacro, non so neanche come riesco a stare sveglio. Il problema non è tanto la forma fisica mia, ma quella del criceto che corre dentro la ruota mia testa... È un pòaffaticato sinceramente, inizia ad avere il fiatone».
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