SANREMO. Dopo l'incredibile famiglia Anania, torna la gente comune al festival. Ieri sera di scena Bartolomeo e Concetta Manenti, sposati da 65 anni. Accompagnati scena con atteggiamento affettuoso da Carlo Conti, Concetta e Bartolomeo, che vivono a Donnafugata, in provincia di Ragusa, hanno raccontato il loro amore fatto di camminate di 30 chilometri, proposte di matrimonio fatte da uno zio con la scusa di comprare una cavallina, un ritratto dell'Italia che fu perfettamente in linea con il racconto del festival targato Conti. La prima serata si era aperta con i 16 figli della famiglia Anania. «Siamo un'opera di Dio, grazie al Signore, grazie allo Spirito Santo», avevano annunciato sul palco. Con la famiglia Anania la spiritualità ha fatto il suo ingresso sul palco dell'Ariston al festival di Sanremo. «Siamo normalissimi, ci fa straordinari la presenza di Cristo nelle nostre vite», dice Aurelio, che con la moglie Rita tira su la famiglia «con la collaborazione dei figli più grandi. Il Signore provvede». Un inno alla provvidenza - sarà l'effetto papa Francesco? - in un festival che il conduttore Carlo Conti ha inserito anche nel solco della tradizione francescana di «semplicità e amore». Un trend che sembra accomunare già anche molti artisti in gara, da Nek (sul palco con un rosario in tasca) a Nesli («Il bene genera il bene»), da Anna Tatangelo (che si è tatuata sul polso una croce con San Pio) a Gianluca Grignani che in un'intervista al Secolo XIX ha spiegato che la sua canzone Sogni infranti è sul pontefice e sul suo messaggio.