SANREMO. Se si parla di scelte che riassumono il senso di questa edizione, non poteva essere più simbolica la presenza della famiglia Anania, 16 figli e un papà che parla dello Spirito Santo con un fervore da crociato.
«Siamo un'opera di Dio, grazie al Signore, grazie allo Spirito Santo»: con la famiglia Anania, la spiritualità fa ufficialmente il suo ingresso sul palco dell'Ariston al festival di Sanremo. «Siamo normalissimi, ci fa straordinari la presenza di Cristo nelle nostre vite», dice Aurelio, che con la moglie Rita tira su la famiglia «con la collaborazione dei figli più grandi. Il Signore provvede».
Un inno alla provvidenza - sarà l'effetto papa Francesco? - in un festival che il conduttore Carlo Conti ha inserito anche nel solco della tradizione francescana di «semplicità e amore».
Un trend che sembra accomunare già anche molti artisti in gara, da Nek (che salirà sul palco con un rosario in tasca) a Nesli («Il bene genera il bene»), da Anna Tatangelo (che si è tatuata sul polso una croce con San Pio) a Gianluca Grignani che in un'intervista al Secolo XIX ha spiegato che la sua canzone Sogni infranti è sul pontefice e sul suo messaggio.
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