SANREMO. Un saldo attivo da 4 milioni di euro: è l'obiettivo alla portata del Sanremo di Carlo Conti, al via su Rai1 il 10 febbraio. Il festival della 'restaurazione', della rivincita della tv nazional popolare, del ritorno alla tradizione dopo la 'rivoluzione' di Fabio Fazio, fa i conti con un budget ancora una volta ridotto dall'austerity, ma convince gli sponsor rastrellando sul mercato ricavi superiori ai costi complessivi. Il consuntivo si avrà solo a fine festival, ma intanto per il secondo anno il bilancio 'vede' il segno più: dopo il pareggio festeggiato nel 2013 e l'attivo da 2 milioni del 2014, per il 2015 le stime parlano di un saldo positivo per almeno 4 milioni. A fronte di costi che ammonterebbero a 15,5-16 milioni di euro (in calo rispetto ai 18 milioni del 2014 e ai 20 milioni del 2013), di cui 5,5 milioni sborsati dalla Rai per la convenzione con il Comune di Sanremo, i ricavi netti attesi oscillerebbero infatti tra 20 e 22 milioni. Cifre destinate a diventare definitive soltanto fra una settimana, perché esiste ancora la possibilità di una vendita 'last minute' degli spazi pubblicitari. I break sono 12 per ogni puntata e oscillano tra i 180 e i 230 secondi. Quest'anno Rai Pubblicità ha venduto gli spazi a durata dimezzata, 15 secondi e non più 30, ma a un prezzo solo leggermente inferiore: il costo medio per secondo è dunque aumentato. "Per il primo break della prima serata - spiega Francesco Siliato, docente di Sociologia delle comunicazioni al Politecnico di Milano e partner dello Studio Frasi - il costo medio per secondo è praticamente raddoppiato rispetto all'anno scorso, passando da circa 7 mila a circa 14 mila euro". Una politica aggressiva di pianificazione degli spot, evidentemente legata "all'aspettativa di una maggiore domanda", sottolinea Siliato. In tempi di crisi del mercato pubblicitario "si punta sul sicuro. Carlo Conti è un volto collaudato, che entra tutti i giorni nelle case degli italiani, una scelta che va nel segno di una 'normalizzazione' del festival", e insieme è un conduttore che raggiunge il 28% di share con Tale e quale show. Il ritorno al meccanismo della gara - con l'eliminazione di 4 Campioni su 20 e le sfide dirette tra le Nuove Proposte - e la forza del brand Sanremo, in grado di garantire almeno il doppio degli ascolti della media di rete (attualmente Rai1 viaggia sul 19% in prime time), hanno fatto il resto, spingendo gli investitori a scommettere sul festival. E questo nonostante il calo di ascolti scontato nell'ultima edizione: dopo il boom del 2013, con una media di 11.942.000 e del 47.97%, sempre con la coppia Fazio-Littizzetto nel 2014 si è scesi a quota 8.756.000 pari al 40.05%. Sul bilancio 'in nero' pesa anche il ridimensionamento - a quanto si apprende, di oltre il 25% rispetto al 2014 - di ue voci di spesa fondamentali: il cast conduttori (Carlo Conti, Emma, Arisa e Rocio Munoz Morales) e gli ospiti. Bocche cucite nell'organizzazione, ma anche i compensi dei superospiti - da Charlize Theron a Will Smith a Conchita Wurst - sarebbero al di sotto degli standard tradizionali.