Esperti internazionali a confronto a Palermo sul disturbo dello spettro autistico. I professionisti si riuniranno il 10 e 11 settembre per discutere sulle terapie e le tecniche più aggiornate.
Le ricerche mondiali sull'autismo stimano che nella popolazione ci sia un rapporto di 18,5 diagnosi ogni 1.000 abitanti, pari a una persona con autismo ogni 54 persone. In Italia sono oltre 600 mila i soggetti autistici di cui circa 90 mila in Sicilia (anche se i dati regionali non risultano aggiornati) a fronte di un esiguo numero di operatori specializzati.
Se ne discuterà al circolo Ufficiali dell’esercito di piazza Sant’Oliva, 8 a Palermo, al convegno promosso da Adc Italia, l’associazione nazionale degli analisti del comportamento certificati presieduta dalla palermitana Giuliana Cardella. La psicologa è una dei pochissimi professionisti siciliani a possedere la qualifica di Bcba, cioè supervisore Aba: è l’acronimo inglese di Applied Behavior Analysis, l’analisi applicata del comportamento, l'unico percorso riconosciuto dalla comunità scientifica per migliorare la vita dei soggetti autistici, che dagli anni ’60 mette insieme tecniche e procedure per ridurre i comportamenti problematici e migliorare l’apprendimento.
Al convegno saranno presenti i migliori esperti internazionali sia a livello di ricerca sia di pratica clinica sull’autismo: Bridget Taylor, Peter Gerarhdt, Anna Ingeborg Petursdottir, Ellie Kazemi, Jennifer Rey, Crystal Slanzi. Per partecipare all'evento, patrocinato dal Comune di Palermo, è necessario registrarsi. I risultati saranno comunque resi pubblici successivamente.
Al centro del dibattito anche la situazione dell’Isola. La qualifica di Bcba è certificata da un albo internazionale e in Sicilia sono solo una decina circa gli analisti che possiedono questo titolo. E sono pochissimi, meno di 200, anche i tecnici del comportamento certificati, cioè gli operatori che lavorano a stretto contatto con i soggetti autistici, per altro quasi tutti impiegati nel settore privato: un numero esiguo a fronte di un numero sempre crescente di diagnosi.
“Il problema più grande per le famiglie - spiega Cardella - è la difficoltà di orientarsi in una giungla di professionisti non sempre in possesso di una qualifica certificata. Il rischio di finire in mani sbagliate è elevato e per questo motivo è fondamentale che anche la sanità pubblica e le istituzioni accendano i riflettori per garantire una maggiore informazione e assistenza per i genitori di bambini autistici”.
Dal prossimo anno in Italia entrerà in vigore un registro ufficiale dei terapisti del comportamento che certificherà alle famiglie il possesso da parte degli operatori delle competenze e della preparazione richiesti dalla comunità scientifica.
Caricamento commenti
Commenta la notizia