Lunedì prossimo 2 milioni di lavoratori rimarranno a casa perché impossibilitati a farsi il tampone per avere il Green pass. Purtroppo, rileva la Cgia, le farmacie e le strutture pubbliche/private dedicate a questo servizio non sono in grado di fare giornalmente un numero di test sufficienti per coprire la domanda.
Secondo le stime del Governo sarebbero 3 mln i lavoratori senza il certificato verde, il 13% degli occupati in Italia. Persone che per accedere al posto di lavoro entro fine anno dovranno fare ogni 2 giorni il tampone per avere il green pass. Attualmente l’offerta è molto inferiore: ieri, ad esempio, sono stati fatti 506 mila tamponi. Ipotizzando un aumento della produttività da parte delle farmacie e delle strutture dedicate a fare questi test, dopodomani il numero complessivo potrebbe salire fino a 700 mila che sommati alle oltre 300 mila persone che per ragioni di salute non sono obbligate al possesso della certificazione, rimarrebbero senza pass in 2 mln. Se il Governo ha deciso per decreto di consentire l’ingresso negli uffici e nelle fabbriche solo a chi ha il Green pass - e quest’ultimo è ottenibile attraverso il vaccino o il tampone - lo Stato deve garantire la possibilità di fare il tampone anche a chi non vuole somministrarsi il siero. Diversamente, lede il diritto al lavoro a milioni di persone, venendo meno a un principio fondamentale di uno Stato di diritto: la legalità, che deve essere sempre rispettata sia dai soggetti pubblici sia da quelli privati.
Secondo la Cgia, per risolvere questa situazione il Governo ha due possibilità: stabilire che il green pass si ottiene solo attraverso l’inoculazione del vaccino, eliminando così il problema dell’impossibilità di fare i tamponi a tutti, o mobilitare per esempio l’Esercito, la Protezione civile affinché vengano diffuse ovunque delle unità mobili in grado di fare i test, garantendo così a tutti il diritto di conseguire, ancorché temporaneamente, il certificato verde.
La regione più no vax è la Sicilia (24,3%) con 625.565 non vaccinati. Poi la Calabria (23,4%,226.745), la Provincia Autonoma di Bolzano (22,7%, 63.570), la Valle d’Aosta (21%,13.017) e le Marche (20,4%,156.724). Le regioni più virtuose, invece, sono: Lombardia (14,3% i non vaccinati), Lazio (14,2%) e Toscana (13,8%). Tra le 4 macro aree del Paese è il Sud con il più alto numero di non vaccinati (2.143.769, il 20% del totale della popolazione tra i 20 e i 59 anni). In Italia, infine, i «no vax“ in età lavorativa sono 5.432.118, pari al 17,4% della coorte 20-59 anni.
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