È stato un errore non eseguire le autopsie sui deceduti per coronavirus e rappresenta un «lockdown della scienza» in Italia. A dirlo i medici legali delle Università di Catania, Foggia e Catanzaro che hanno pubblicato sul «Journal of clinical medicine» un articolo rilevando che «su 9.709 articoli scientifici redatti, soltanto sette hanno riportato indagini istologiche» e «sono state descritte solo due autopsie complete e la causa della morte è stata elencata come Covid-19 in una sola di esse».
«La morte per Covid 19 - o con Covid 19 - è ancora un’incognita legata a quadri variabili. In tale contesto l’autopsia è una 'fotografia' di quanto accaduto nell’organismo umano e di quali siano state le effettive cause del decesso, ed è proprio l’autopsia, partendo dall’accertamento delle cause, a fornire elementi per poter poi definire quali siano le terapie migliori in caso di malattia», sostiene Cristoforo Pomara, dell’università etnea, che ha coordinato il lavoro dei medici Monica Salerno, Francesco Sessa, Amalia Piscopo, Angelo Montana, Marco Torrisi, Federico Patanè, Paolo Murabito e Giovanni Li Volti.
I medici, nello studio, sottolineano che «la mancanza di indagini post mortem non ha permesso una definizione della causa esatta del decesso, utile per determinare i percorsi di questa infezione». «Sulla base dei pochi reperti istopatologici riportati negli studi analizzati, nei pazienti affetti da Covid-19 - aggiungono - sembra esserci una chiara alterazione del sistema della coagulazione: un aumento dell’attività protrombotica con conseguente tromboembolia è stata descritta in una grande percentuale di questi. Come comunità scientifica, siamo chiamati ad affrontare questa emergenza globale che rappresenta una seria minaccia e tutti gli strumenti disponibili devono essere messi in campo per combatterla».
«Questa lezione ereditata da pionieri della medicina - conclude lo studio - non dovrebbe mai essere dimenticata. È
giunto il momento di gridare contro questo terribile lockdown della scienza: autopsia, autopsia, autopsia!».
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