TRIESTE. La metà degli italiani ritiene che i ritmi che scandiscono la propria vita quotidiana a volte creino difficoltà, mentre solo un quarto dichiara di non soffrire l'"ansia del tempo". Il rimanente 25% li avverte come non accettabili.
E' quanto emerge da una ricerca i cui risultati sono stati diffusi da Maurizio Pessato, presidente della società di sondaggi Swg, nell'ambito dell'incontro "Il valore del tempo", organizzato al Circolo della Stampa di Trieste dall'Associazione nazionale donne elettrici, in collaborazione con Assicurazioni Generali e l'Ordine dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia.
Secondo Pessato, "solo un quarto dei cittadini non segnala alcun problema in relazione alla velocità con la quale si devono fronteggiare le incombenze della giornata. È una minoranza, pertanto, quella che riesce a tenere sotto controllo l'ansia del tempo".
L'analista ha evidenziato, inoltre, che "a ulteriore conferma del difficile rapporto con l'orologio, si osserva che l'80% dei cittadini segnala una sorta di frenesia che attraversa la società e che occorrerebbe cercare di rallentare i processi produttivi. Si fa luce il rischio di una difficile compatibilità sociale del nostro modo di vivere".
C'è però una grande quota di cittadini che in qualche modo tenta una organizzazione diversa della propria vita: "Quasi il 60% del campione prova a scambiare la velocità dei ritmi con qualche gratificazione in meno", rallentando un po' e rinunciando a qualche attività, anche se gradevole.
"Per i due terzi degli intervistati, tuttavia, se non ci si adegua ai ritmi odierni - ha concluso il sociologo - si rischia di essere tagliati fuori dalla società".
Per la presidente dell'Ande, Etta Carignani, "il problema del tempo affligge le società del 21/o secolo in modo crescente", e dunque "la rete di orari da armonizzare, le scadenze, le urgenze, gli intralci generano una sensazione di disagio che pervade la nostra vita quotidiana".
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