ROMA. Siete prudenti, impazienti e soprattutto pigri?
In parte potrebbe dipendere da chi vi circonda.
Prudenza, impazienza e pigrizia, tratti della personalità generalmente percepiti come qualcosa di radicato, in realtà sono 'contagiosi'.
In sostanza, nell’attitudine o meno verso il rischio, nell’abitudine a rimandare e persino nella voglia di sforzarci, ci lasciamo inconsciamente trascinare dagli altri.
È quanto emerge da una ricerca dell’Institut du Cerveau et de la Moelle épinière - ICM (Brain Spine Institute), pubblicata su Plos Computational Biology.
Gli studiosi, combinando un modello matematico con la psicologia cognitiva, hanno preso in esame 56 persone, a cui è stato chiesto di prendere una serie di decisioni che comportavano rischi, ritardi o sforzi, sia prima che dopo aver osservato decisioni di partecipanti allo studio fittizi (di fatto algoritmi di intelligenza artificiale), nei quali prudenza, pazienza e pigrizia erano sensibilmente calibrati.
Dai risultati della ricerca sono emersi due tipi di 'pregiudizì inconsapevoli: da una parte i partecipanti credevano, senza averne la prova, che gli atteggiamenti degli altri assomigliassero ai loro, dall’altra che vi fosse un peso non indifferente dell’influenza sociale, vale a dire che il loro atteggiamento tendesse a diventare più simile a quello di persone intorno a loro.
Vi era una sorta di polarizzazione: in chi aveva scarsa fiducia nel fatto che gli atteggiamenti degli altri assomigliassero ai propri, aumentava il peso dell’influenza sociale, che viceversa era ridotta in chi aveva una fiducia maggiore nel fatto che le attitudini altrui assomigliassero alle proprie.
Gli autori stanno approfondendo se questa forma di allineamento degli atteggiamenti possa essere diversa nelle persone con disturbi dello spettro autistico e schizofrenia.
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