ROMA. Il glaucoma nel mondo colpisce oltre 60 milioni di persone, di cui 1 milione in Italia, ed è causa del 12% di tutti i casi di cecità. Dal 12 al 18 marzo si celebra la settimana mondiale dedicata a questa patologia, già descritta nelle opere di Omero ed Ippocrate, che provoca danni progressivi al nervo ottico, e si stima crescerà nei prossimi anni. La forma più comune di glaucoma, spesso associata all’aumento della pressione all’interno dell’occhio, può svilupparsi senza sintomi e provocare la perdita permanente della vista. I pazienti si accorgono solo tardivamente ma, se diagnosticata in tempo, la malattia può essere controllata e se ne può rallentare la progressione. Oltre all’aumento della pressione oculare, ci sono altri fattori di rischio, come l’età, la razza, la familiarità e la patologia cardiovascolare. «Circa un milione di Italiani è affetto da glaucoma, ma molti di loro non sanno di averla», spiega Luca Mario Rossetti, direttore della Clinica Oculistica dell’Università degli Studi di Milano all’Ospedale San Paolo. Questo accade perché «la patologia è asintomatica, quindi la diagnosi è quasi sempre tardiva. Basterebbero 15 minuti per una visita completa che consenta di controllare la pressione dell’occhio e l’aspetto del nervo ottico. Esami semplici e non invasivi da effettuarsi periodicamente». Anche per questa patologia, la prevenzione è l’arma più efficace. Per il trattamento sono ora disponibili anche in Italia due novità terapeutiche, come l’associazione tra due farmaci (brinzolamide/brimonidina tartrato) senza beta-bloccante, e un nuovo collirio a base di travoprost, più tollerabile.