RICCIONE. La visita dallo specialista è un 'salvavita" contro il diabete e consentirebbe di evitare circa 10mila decessi l’anno: i diabetici assistiti presso i centri di diabetologia presentano infatti una mortalità ridotta di circa il 30% rispetto ai pazienti non assistiti. Un dato che, se esteso alla realtà nazionale, porterebbe a stimare una possibile riduzione di 10mila decessi l’anno nella popolazione diabetica in Italia.
Essere seguiti presso un centro diabetologico ha insomma un impatto 'terapeutico" con risultati addirittura superiori a quelli di tanti farmaci, anche se ancora circa la metà dei pazienti non riesce ad usufruire di tale servizio. A dimostrarlo sono i dati di uno studio in collaborazione tra l'Istituto di Ricerche Farmacologiche 'Mario Negrì, la Regione Lombardia e la Diabetologia degli Ospedali Riuniti di Bergamo, pubblicato sulla rivista Nutrition e presentato al congresso nazionale 'Panorama Diabete".
Lo studio, afferma il presidente della Fondazione 'Diabete Ricercà Enzo Bonora, «ha coinvolto 2 mln di cittadini fra 45 e 84 anni negli anni 2002 e 2012, di cui circa 150 mila con diabete, assistiti da 7 ASL lombarde. E' emerso che il rischio di morire per qualsiasi causa era ridotto del 29% in presenza di assistenza diabetologica. Una percentuale che assomiglia a quella osservata grazie all’impiego di alcuni farmaci che oggi consideriamo 'salvavità come statine o sartani».
Il Piano della Malattia Diabetica del ministero della Salute, sottolinea a questo proposito il presidente della Società Italiana di Diabetologia, Giorgio Sesti, «ha consolidato il modello italiano di cura che consta di una rete di centri specialistici su tutto il territorio. Per effetto di questa rete l'Italia è il Paese occidentale con i più bassi tassi di complicanze e di eccesso di mortalità».
Ed il vantaggio è anche economico: i team diabetologici costano l’1% della spesa per curare i malati e possono contribuire a ridurre il resto dei costi attraverso la prevenzione di complicanze e accorciando le degenze. Resta però il fatto, conclude Bonora, che tale gestione integrata «è quasi ovunque solo sulla carta e che un sempre maggiore numero di diabetici non viene assistito nei centri: dal 90% degli anni '80 siamo infatti scesi a meno del 50% di oggi».
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