CREAZZO (VICENZA). Semplicità e convivialità nelle due ricette anti-tristezza. Per lo chef Massimiliano Alajmo, tre stelle Michelin, intervenuto come componente del comitato scientifico all'inaugurazione del quinto «Master della cucina italiana» al Centro Formazione Ersac a Creazzo, la ricetta supera-malinconie è «pane e olio». «È un invito - ha sottolineato Max Alajmo - a tornare alla semplicità, e alla convivialità. Con il pane tante volte si sono abbandonati i grandi formati per scegliere i formati egoistici, le monoporzioni. Io voglio tornare al pane da spezzare a tavola, un pane da condividire e da toccare con le mani. Un filo di buon extravergine sul pane poi è un modo per riappropriarsi della verità nascosta delle cose, grazie alla sua penetrazione multisensoriale nel gusto». Per lo chef padovano «anche nella cucina dove si fa sperimentazione occorre recuperare la storicità per guardare con serenità al futuro». Del resto, come osservato dalla scrittrice americana Faith Heller Willinger ora residente in Toscana «nei ristoranti italiani il pane spesso non è più buono, ma chi, come i fratelli Alajmo lavorano grani antichi e il lievito madre per portare a tavola un cestino del pane di alta qualità, fa una cucina che rispetta il territorio ma che sa guardare al mondo. Così come fa l'olio che è il wasabi toscano». Per recuperare il gusto di una buona pausa «va recuperata la merenda delle ore 17, e farla con vino e formaggio». Lo ha proposto il sommelier Paolo Lauciani, volto de «La Prova del Cuoco» insignito a Breganze (Vicenza) del titolo di «Amico del Torcolato» alla «Prima», la spremitura in piazza di questo vino dolce veneto. «A metà pomeriggio - ha detto Lauciani - sostituiamo il tè, frutto di una colonizzazione anglossassone, con un buon vino e un buon formaggio, due fuoriclasse del Made in Italy che oggi sono sempre più una scelta edonistica, un piacere che devono avere più spazio sia a fine pasto se proposti a calice al ristorante che a casa, come merenda. Altro che aperitivino».