ROMA. Si intravede una nuova speranza nella lotta all'Alzheimer: scoperti nuovi potenziali farmaci contro la malattia che - agendo in modo nuovo e diverso da altre molecole finora testate - rallentano la neurodegenerazione e quindi il progredire della malattia e riducono i sintomi cognitivi e i deficit di memoria. Lo rivela uno studio su topi coordinato da scienziati del Medical Research Council (MRC) in collaborazione con la casa farmaceutica Eli Lilly e pubblicato sul Journal of Clinical Investigation. Le nuove promettenti molecole si chiamano 'ligandi allosterici' e agiscono accendendo un interruttore nel cervello chiamato 'recettore M1' (tecnicamente detto muscarinico). Già in passato si era tentato di agire sul recettore muscarinico - che è stato ipotizzato essere coinvolto nella malattia - attivandolo nel cervello e i test erano anche giunti in fase clinica (sperimentazione su pazienti); però i farmaci agenti su M1 davano effetti collaterali importanti e quindi le sperimentazioni si bloccarono. In questo nuovo lavoro i ricercatori britannici hanno sviluppato una nuova classe di molecole, i ligandi allosterici, molto selettive e quindi in grado di accendere M1 senza dare effetti collaterali. Negli animali su cui i ligandi sono stati testati si è dimostrata la possibilità di migliorare i sintomi cognitivi (perdita di memoria e di capacità mentali) della malattia, sia di rallentarne il decorso in termini di neurodegenerazione. Infine una somministrazione quotidiana di queste molecole ha mostrato la capacità di aumentare l'aspettativa di vita degli animali.