Lunedì 23 Dicembre 2024

Nuova proteina può accelerare la guarigione delle ferite

MILANO. La guarigione delle ferite può mettere il 'turbo' grazie alla proteina Hsp60, una molecola già nota da tempo per il suo ruolo nella genesi dell'infiammazione e per la capacità di favorire il corretto ripiegamento di altre proteine: concentrata in un gel topico e applicata sulla pelle, velocizza la cicatrizzazione e la rigenerazione dei tessuti. Lo dimostrano i primi test sui topi condotti nei laboratori statunitensi del National Human Genome Research Institute (Nhgri) e del National Eye Institute (Nei). I risultati, pubblicati su npj Regenerative Medicine, potrebbero aprire la strada a nuove terapie per la cura di ferite, cicatrici e ulcere da diabete anche nell'uomo. Il gene che contiene le istruzioni per produrre la proteina Hsp60 «si trova in ogni organismo, dai batteri fino all'uomo», spiegano i ricercatori. «Con questo studio abbiamo dimostrato che nei vertebrati ricopre un ruolo sorprendente nell'immunità che è essenziale per la guarigione delle ferite». La proteina Hsp60 viene infatti rilasciata nel sito della ferita per dare inizio alla cascata di segnali che avvia la guarigione: lo fa richiamando quelle cellule del sistema immunitario (i leucociti) che stimolano la reazione infiammatoria contro eventuali infezioni batteriche. «Quando abbiamo iniettato Hsp60 direttamente nel sito della ferita - raccontano i ricercatori - questa ha cominciato a rigenerarsi molto velocemente, tanto da sorprenderci». Il risultato più significativo, però, è stato ottenuto con l'applicazione di un trattamento topico contenente Hsp60 sulle ferite da puntura in topi diabetici: la guarigione è stata completa nel giro di soli 21 giorni, un arco di tempo in cui non si sono notati miglioramenti negli altri animali non curati. «Speriamo che il trattamento agisca nello stesso modo anche nell'uomo», commentano gli autori dello studio. «Crediamo che ce la possa fare, ma servono ulteriori studi, anche per capire se può favorire la guarigione di tutte le ferite e non solo di quelle dei diabetici».

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