MILANO. Le proteine diventano melodia, aprendo a un modo completamente nuovo di analizzare le molecole 'a orecchio'. A dare il là a questa rivoluzione è un gruppo internazionale di biologi e musicisti, che insieme hanno combinato algoritmi e tecniche compositive per tradurre i dati relativi alla struttura delle molecole in musica. Questo metodo, descritto sulla rivista Heliyon, potrà essere applicato in futuro anche allo studio del Dna: ascoltando le 'note stonate' del genoma, sarà più facile riconoscerne le funzioni e le alterazioni alla base delle malattie. «Siamo sicuri che prima o poi i ricercatori finiranno per ascoltare i dati delle analisi traendo preziose informazioni da questa esperienza», afferma il musicista e compositore Jonathan Middleton, della Eastern Washington University, che ha sviluppato il nuovo metodo in collaborazione con la University of Tampere in Finlandia e il Francis Crick Institute in Gran Bretagna. «Le orecchie possono scoprire più cose degli occhi - aggiunge l'esperto - e mentre le orecchie saranno impegnate a sbrigare parte del lavoro, gli occhi saranno liberi di osservare altre cose». Capire la biologia in musica è particolarmente semplice e immediato: basta soltanto un pò di esercizio per imparare ad associare le melodie alle tradizionali rappresentazioni visive che descrivono la struttura delle molecole. Oltretutto, le melodie sono piuttosto gradevoli all'orecchio, e ciò incoraggia i ricercatori ad ascoltarle più volte, finendo così per analizzare le proteine ripetutamente. «Lo studio del ripiegamento delle proteine è una branca particolarmente complessa della biologia molecolare», sottolinea Robert Bywater, biochimico del Francis Crick Institute. «Oltre a riconoscere il tipo di ripiegamento, bisogna prestare attenzione anche alle sue funzioni e ad altri vari indizi. Non è facile destreggiarsi fra questi messaggi a volte sovrapposti, ma la musica può essere d'aiuto».