PALERMO. La cannabis come terapia. Utile in particolare per curare alcune forme di epilessia. E’ possibile, ora lo dimostra uno studio scientifico portato avanti dal centro palermitano Rimed. Lo studio ha permesso di verificare che “la somministrazione controllata di cannabis in un paziente fortemente farmaco-resistente è stata in grado di ridurre in maniera significativa il numero e la gravità delle crisi epilettiche, migliorando altresì la performance cognitiva. E questo senza effetti collaterali”. Così, partendo dall’osservazione clinica di un paziente “è stata in seguito individuata in laboratorio la molecola “cannabidivarina” e il suo possibile meccanismo d’azione”. L’epilessia, nelle sue forme più gravi, può rendere indispensabile un ricovero e un trattamento in rianimazione. Si tratta di una malattia curabile ma il 30% dei pazienti risulta essere farmaco-resistente. A questa fascia di pazienti lo studio prova a dare una nuova opportunità. Il caso clinico descritto nello studio riguarda un ragazzo affetto da una forma molto grave di epilessia (encefalopatia epilettica) con decine di crisi epilettiche al giorno. “Nessuna terapia farmacologica riesce a risolvere la condizione – descrivono i documenti del centro Rimed - per cui il paziente si sottopone ad intervento chirurgico, senza però ottenere beneficio. I genitori del ragazzo decidono, in maniera indipendente, di provare a somministrare cannabis sotto forma di tisana come ultima terapia possibile. Nel giro di 4 giorni la condizione clinica del paziente evidenzia una significativa riduzione delle crisi epilettiche e un miglioramento delle perfomance cognitive. Vengono quindi effettuati i test per valutare le concentrazioni ematiche di diversi cannabinoidi, un’accurata valutazione elettroencefalografica e i test cognitivi. I risultati ematici mettono in evidenza un cannabinoide ancora poco conosciuto e studiato, la cannabidivarina”. A eseguire lo studio è stato il professor Pierangelo Cifelli: “Dall’osservazione clinica - spiega - siamo passati alla fase sperimentale, riuscendo a mettere in evidenza un nuovo meccanismo di azione relativo alla cannabidivarina. Abbiamo dimostrato come questa molecola, priva di effetti psicoattivi, sia in grado di modulare la risposta GABAergica mediata dai recettori GABAa. I risultati di questo studio aprono interessanti prospettive. E’ importante proseguire le ricerche sui potenziali terapeutici dei fitocannabinoidi, in modo da colmare il gap scientifico degli ultimi 40 anni”. Grazie ad un accordo tra Ri.MED e l’Università La Sapienza, il dottor Cifelli svolge attualmente la propria ricerca presso il Dipartimento di Fisiologia e Farmacologia diretto dalla professoressa Palma, dove sono già in cantiere ulteriori progetti: “Intendiamo studiare le interazioni tra farmaci antiepilettici e fitocannabinoidi e il loro possibile utilizzo nelle epilessie infantili fortemente farmaco resistenti” spiega Cifelli. Lo studio verrà illustrato il prossimo 17 ottobre a Palermo nel corso dell’annuale simposio della Fondazione Rimed. La struttura palermitana applica un modello gestionale pubblico-privato che supporta il collegamento tra enti di diversa natura, tra Italia ed estero e tra laboratorio e pazienti. Grazie a partner quali l’Università di Pittsburgh, UPMC e CNR, alle strategiche collaborazioni internazionali e alla selezione dei più promettenti ricercatori, la Fondazione Ri.MED sta iniziando, ancor prima dell’apertura del proprio centro di ricerca in Sicilia, a produrre proprietà intellettuale, brevetti e vere e proprie rivoluzioni nella traslazione clinica dei risultati scientifici.