ROMA. Con 17,3 milioni di vittime ogni anno, che diventeranno 23 milioni entro il 2030, la malattie cardiocircolatorie sono ancora la principale causa di morte al mondo. Per puntare l'attenzione sui comportamenti che possono prevenirle, si celebra domani il World Heart Day, la giornata mondiale dedicata al cuore e alla salute cardiovascolare.
Promossa dalla Word Heart Federation, che riunisce 200 organizzazioni nazionali, quest'anno ha come slogan #poweryourlife. Diverse le iniziative previste in molte città Italiane. Nel nostro Paese infatti, si legge sul portale dell'Istituto Superiore di Sanità, «le malattie cardiovascolari rappresentano ancora la principale causa di morte, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi». In particolare, «la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia, rendendo conto del 28% di tutte le morti».
Chi sopravvive a un attacco cardiaco, inoltre, diventa un malato cronico che necessita di farmaci a vita e «la prevalenza di italiani affetti da invalidità cardiovascolare è pari al 4,4 per mille».
Obiettivo del World Heart Day, sfatare alcuni miti, come quello che il problema riguardi meno le donne: le malattie cardiocircolatorie infatti rappresentano un terzo di tutte le cause di morte tra le persone di sesso femminile. Ma soprattutto puntare l'attenzione sulle corrette abitudini da seguire per ridurre il rischio: dieta corretta, poco sale nei cibi, attività fisica regolare, niente tabacco, controllo della pressione e del colesterolo. Ma è importante anche non sottovalutare alcuni campanelli d'allarme. Non sempre l'infarto è facilmente riconoscibile. A volte si presenta come dolore acuto e improvviso, altre invece come un leggero dolore al petto o come un senso di compressione. Altri sintomi sono dolore su una o entrambe le braccia, ma anche alla schiena, alla mandibola o allo stomaco, mancanza di respiro, nausea o vertigini.
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