PAVIA. Un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Biologia e Biotecnologie dell'Università di Pavia ha recentemente scoperto che gli antibiotici polimixina B e polimixina E (nota anche comecolistina), oggi utilizzati nel trattamento di infezioni antibiotico resistenti, sono in grado di inibire un enzima (l'istone demetilasi LSD1), la cui «deregolazione» è correlata all'insorgenza del cancro. Il gruppo di biologia strutturale dell'Università di Pavia, guidato dal professore Andrea Mattevi in collaborazione con il gruppo del professore Antonello Mai dell'Università La Sapienza di Roma, ha individuato, grazie a una ricerca finanziata dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro, negli antibiotici polimixine B ed E una nuova classe di composti in grado di inibire l'enzima LSD1. «La peculiare struttura macrociclica carica positivamente delle polimixine B ed E - spiegano i ricercatori pavesi - forma una corona in grado di interagire con le cariche negative presenti all'ingresso del sito attivo dell'enzima, bloccandone l'attività, come evidenziato da studi di cristallografia a raggi X». I dati della ricerca dell'Università di Pavia promossa da Airc sono pubblicati sulla rivista internazionale «Science Advances» nell'articolo«Polymyxins and quinazolines are LSD1/KDM1A inhibitors with unusual structural features». «La speranza - commenta Andrea Mattevi - è che, grazie al sostegno di AIRC, composti di origine naturale come le polimixine, possano essere rivalutati per il trattamento simultaneo di infezioni batteriche nel contesto di altre patologie correlate all'istone demetilasi LSD1, quali leucemia e tumori solidi, aprendo la strada allo sviluppo di nuovi inibitori epigenetici».