PALERMO. Sono bambini dagli 8 ai 13 anni, pronti a salvare delle vite.
Addestrati ad intervenire in caso di arresto cardiocircolatorio di un compagno di scuola, dove il tempo disponibile per evitare il decesso è di appena 3-5 minuti. Parliamo dell'Austria.
E il dipartimento di Medicina d'urgenza dell'Ospedale universitario di Vienna ha registrato nei bambini una forte adesione. «Tutti - dicono gli esperti austriaci - hanno ritenuto importante il compito del primo soccorso cardiaco».
Negli Stati Uniti i corsi di primo aiuto dedicati agli studenti sono attivi dal Duemila.
«I bambini vengono considerati vittime poco probabili di arresto cardiaco. Non è così. Circa il 3,5% delle morti improvvise si verifica in bambini con meno di 8 anni», precisa Leonardo Bolognese, direttore della Cardiologia dell' ospedale di Arezzo, uno dei coordinatori del megacongresso della Società Europea di Cardiologia (ESC), che ha visto riuniti alla Fiera di Roma ben 33.000 partecipanti provenienti da 150 Paesi. Erano 56 anni che l' Italia non ospitava un congresso dell' ESC. Va detto, che nell' ultima riforma della nostra scuola è stata inserita una norma per l' insegnamento a operatori scolastici e alunni su come intervenire in caso di emergenza. Ma è difficile capire quanto la normativa trovi applicazione e in quanti istituti scolatici. Eppure, l'Organizzazione mondiale della sanità chiede con forza l' educazione alla rianimazione nelle scuole. Altro punto dolente del quale si è parlato a Roma è l'uso del defibrillatore nella scuole. Nel nostro Paese, vige l' obbligo dal 2013 di tenere defibrillatori nelle sedi di società sportive dilettantistiche e professionistiche.
E nelle scuole?
Come è stato detto, in caso di arresto cardiaco improvviso, il soccorso deve avvenire entro 3-5 minuti.
Come fa il 118 ad arrivare in così breve tempo? Da qui, la necessità di rendere obbligatori i defibrillatori nelle scuole.
Però, a parte il costo di circa mille euro, non tutti i presidi sono disposti al suo utilizzo da parte del personale scolastico. E così siamo punto e a capo. Perché in Italia le cose non sono mai semplici?
Nel Paese si hanno, ogni anno, 50 mila casi di arresto cardiaco, a qualsiasi età. Improvvisamente si arresta l' attività elettrica del cuore, un fattore non prevedibile. Il defibrillatore, in un'alta percentuale di casi, fa ripartire il battito cardiaco. È un apparecchio non grande che può essere usato da chiunque, col dovuto addestramento.
Altra minaccia per il cuore è l'inquinamento da rumore. In Europa, l'esposizione al rumore cittadino, del traffico automobilistico o aereo, è responsabile del 3% delle morti per cause cardiache. Gli effetti negativi sulla salute iniziano quando l' inquinamento da rumore supera i 60 decibel. Scatena elevati livelli della pressione, l'aumento degli ormoni dello stress, suscitando problemi al sistema immunologico, endocrino e nervoso, con danni al cuore. Le più recenti ricerche, hanno dimostrato che l'esposizione a forte rumore ha anche effetti negativi sui sistemi psico-sensoriali e, nei ragazzi, sulle capacità cognitive, con disturbi di memoria, di attenzione e deficit nell'apprendimento scolastico. Eppure, in molti concerti musicali si «sparano» decibel al di sopra degli 85, mentre sono diversi i lettori musicali che emettono un valore superiore ai 115 decibel.
Il fumo?
Oltre ad essere causa di carcinoma polmonare è la principale causa di infarto del miocardio e malattie coronariche in uomini e donne. L' indagine Euroaspire IV, condotta su 8 mila europei, mette in luce che un paziente su due riprende a fumare dopo l' evento cardiaco. La sigaretta elettronica? Deve essere usata sotto controllo medico in chi ha avuto problemi al cuore.
Altro tema importante affrontato all' ESC 2016 è la cardiotossicità degli antitumorali. Oggi, i progressi delle terapie consentono di guarire o tenere sotto controllo il 70% dei tumori, ma i farmaci possono arrecare tossicità cardiaca.
«Ecco che si sviluppa la cardio-oncologia. Al primo manifestarsi di segni di disfunzione del cuore, si interviene con terapie mirate. Al Policlinico di Palermo abbiamo creato l' ambulatorio di cardio-oncologia e con l'assessorato regionale della Salute stiamo lavorando per rendere omogenea in tutta la Sicilia l' assistenza a questi pazienti», spiega Salvatore Noto, direttore della cattedra di Malattie cardiovascolari dell' Università di Palermo e revisore designato dalla Federazione italiana di Cardiologia delle linee guida sulla prevenzione cardiovascolare 2016.
Brian Ference, della Wayne State University School of Medicine di Detroit, ha condotto su 102.773 pazienti seguiti per 32 anni un'indagine che ha dimostrato una riduzione del rischio cardiovascolare del 90%, solo con un abbassamento stabile di 40 mg per decilitro di sangue di colesterolo LDL (cattivo) e di 10 millimetri di mercurio della pressione arteriosa. Per esempio, portando i valori del colesterolo LDL da 150 a 110 e quelli della pressione massima da 140 a 130.
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