PALERMO. Camionista e operatore sociale sono i lavori che fanno male al cuore. Al primo posto nella classifica della salute cardiaca sulla base di sette parametri: pressione, colesterolo, dieta, attività fisica, indice di massa corporea, diabete, fumo. E fra i meno a rischio cuore ci sono gli agricoltori, gli operatori della pesca, i forestali ma anche artisti e operatori dei media. Lo afferma uno studio pubblicato dal «Center for Diseaes Control» statunitense nel suo bollettino settimanale.
I ricercatori hanno analizzato i dati di 66 mila lavoratori di 22 categorie professionali diverse, valutando la salute cardiaca secondo i sette diversi parametri, alcuni clinici, altri relativi allo stile di vita, ed è risultato che il 10% circa dei lavoratori studiati ha un punteggio sufficiente in meno di due dei parametri, una percentuale che sale al 14,3% per i camionisti e al 14,6% per i lavoratori nei servizi sociali. Le categorie col cuore più sano sono i pescatori e i forestali, tra cui solo il 5% è sufficiente in meno di due parametri. E i lavoratori dell' arte, dello spettacolo e dei media, con percentuale al 5,9%.
Lo studio conferma le regole base per la vita sana, è illustrato anche dal professore Salvatore Novo, direttore della Cardiologia del Policlinico universitario Paolo Giaccone di Paler mo, secondo cui c' è una regola generale: il benessere sanitario ha un preciso titolare, che è il medico di base.
«Anche in Italia - afferma Novo - è operativa la carta del rischio, documento che misura il rischio malattia tenendo conto di alcuni parametri e permette fra tanto altro di calcolare in maniera precisa l' evento cardiovascolare nel paziente nei prossimi dieci anni: i medici di base sono tenuti a verificare i sei parametri in ogni visita».
Professor Novo cosa fa male ai sedentari?
«L' assenza di movimento porta ad accumulare peso, ma nel caso citato di camionisti o di lavoratori sempre al tavolo c' è anche il rischio dell' alimentazione incongruente, volante, grassa, il fumo. Tutti coloro che lavorano nei servizi sociali e sociosanitari devono prendere in considerazione questo tipo di rischio, aggiungendo che il lavoro è stressante anche perché altera il sonno veglia, i sistemi di secrezione ormonale e nella maggior parte del casi anche del ritmo circa diano che riguarda la pressione nelle ore del giorno. E anche il ruolo di un altro ormone, il cortisolo, che interviene nella regolazione della pressione, nella ritenzione idrosalina di sodio e potassio, e tutto confluisce...».
Lo stress fa male a tutti?
«Certamente non fa male a chi lavora ad alto livello. Ci sono due tipi, positivo è lo stress dei dirigenti che hanno una vita di lavoro complicata, lavorano molto ma è interessante, con stimoli, raggiungono nuovi obiettivi, diverso e fa molto più male lo stress del lavoro ripetitivo monotono noioso».
E i forestali?
«Come i pescatori, decidono quando lavorare si rilassano, più contemplativi, sono categorie protette, lavorano a contatto con la natura, hanno stimoli buoni, tutto più tranquillo».
E gli artisti niente stress?
«Sono una fascia privilegiata, la tensione della creazione porta stimoli.
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