MILANO. Gli antibiotici del futuro per combattere i super batteri resistenti ai farmaci li abbiamo già sotto al naso, anzi, nel naso: lo hanno scoperto i ricercatori dell'Università di Tubinga, in Germania, i primi a individuare un nuovo potente antibiotico prodotto da un batterio 'buono' che vive proprio nelle narici. Descritto con le sue grandi potenzialità su Nature, rappresenta solo la prima 'pepita' per i cacciatori di antibiotici, che ora guardano ai batteri del naso e dell'intero corpo umano come ad una potenziale e immensa miniera da esplorare. Per avvistare il 'filone' giusto, bisognerà destreggiarsi fra le oltre mille specie di microrganismi che vivono in simbiosi nel nostro organismo formando il cosiddetto 'microbiota'. Scoprendo quali sono in lotta fra loro per la sopravvivenza, sarà più facile individuare quelli che producono molecole con proprietà antimicrobiche per sterminare gli avversari. È proprio così, infatti, che i ricercatori tedeschi hanno scoperto il primo potente antibiotico di questo genere. Analizzando i tamponi nasali di quasi 200 pazienti, hanno osservato che dove dominava il batterio Staphylococcus lugdunensis c'era pochissimo spazio per il rivale Staphylococcus aureus. Questo perchè S.lugdunensis è in grado di produrre un potente antibiotico efficace nell'uccidere lo Stafilococco aureo senza che questo sviluppi resistenza. Test di laboratorio dimostrano che la molecola è in grado di eliminare anche il temibile stafilococco resistente alla meticillina (Mrsa), sempre più diffuso nelle corsie ospedaliere, gli enterococchi resistenti alla vancomicina e altri batteri gram-positivi. Dopo i test in provetta, l'antibiotico è stato utilizzato anche in un esperimento sui topi, dove si è dimostrato in grado di curare un'infezione della pelle da S. aureus. Considerando che S. lugdunensis è presente solo nel 10% della popolazione e che S. aureus si trova invece nel 30% delle persone, è probabile che nel naso ci siano ancora da scoprire molti altri batteri 'buonì armati di tutto punto con antibiotici efficaci contro lo S. aureus, come sottolineano in un articolo di commento Kim Lewis e Philip Strandwitz, entrambi biologi dell'Antimicrobial Discovery Center presso la Northeastern University di Boston. Si prepara dunque una vera e propria rivoluzione copernicana per la ricerca di nuovi antibiotici, che non dovranno più essere cercati soltanto fra i microrganismi del suolo, come si è fatto il più delle volte in passato, ma anche all'interno dello stesso corpo umano.