ROMA. Saranno i giochi di Rio 2016 a sancire definitivamente la rivincita dei carboidrati nell'alimentazione dello sportivo. Dopo decenni di egemonia della dieta iperproteica, dove era la carne al centro del menu, oggi la comunità scientifica non ha dubbi: tra i carboidrati è la pasta, in particolare, a dare agli atleti il giusto 'carburante' a lento assorbimento, somministrabile in quantità maggiori rispetto agli zuccheri semplici. E dalle parole ai fatti: 2,7 tonnellate di pasta verranno servite ad atleti e addetti a lavori dei Giochi brasiliani, sufficienti a preparare più di mille piatti tra spaghetti e fusilli al giorno per le 3 settimane di gare.
Che i carboidrati siano il passepartout nell'alimentazione dello sportivo lo conferma il medico nutrizionista Michelangelo Giampietro, secondo il quale il fabbisogno aumenta proporzionalmente al crescere delle ore settimanali e all'intensità degli allenamenti. Se per la popolazione è di 2-3 g per ogni chilo di peso corporeo, nel caso degli atleti triplica (6-10 g per kg).
Ed è ancora superiore (10-12 g per kg nei giorni precedenti alla gara) per maratoneti, nuotatori di fondo, tennisti o ciclisti. Un alimento, la pasta, che piace non solo a Federica Pellegrini a Tania Cagnotto, ma anche ad atleti da Bolt a Phelps, a Serena Williams. ''Siamo orgogliosi che il simbolo della cultura alimentare italiana si affermi ancora una volta a livello globale - ha dichiarato Riccardo Felicetti, presidente del gruppo Pasta Aidepi, l'Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta italiane - e diventi punto di riferimento per gli sportivi di tutto il mondo; confidiamo che la pasta porti fortuna ai nostri atleti olimpici e sia un buon viatico per un medagliere importante che faccia onore al nostro Paese''
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