PALERMO. Nell'era meno feconda della nostra storia, sono tante le vicende personali di coppie che sognano un figlio e, spesso, devono combattere con percorsi legislativi complicati e dolorosi. Capire se il loro sia bisogno o desiderio attiene alla sfera privata e nessuno può (e deve) intervenire. Capire se il loro sia un diritto chiama, invece, in gioco l'etica, e le leggi. Appunto. Coppie o singoli, quando il metodo classico non dà risultati, se ne infischiano degli anatemi vaticani e delle nostre «probe» leggi e corrono dove nessuno nega loro almeno la speranza. Quindi per chi ha, oltre che il desiderio, anche i mezzi, tutto è possibile. Oggi le coppie sterili e omosessuali possono, almeno in teoria, avere dei figli, la figura del genitore non è più monolitica: ci sono genitori single, biologici, adottivi. Genitori eterosessuali e omosessuali. In Francia c'è la fecondazione eterologa ma possono usufruirne soltanto le coppie eterosessuali; in Spagna, Belgio, Olanda e Svezia è accettata l'omoparentalità. In Italia la legge 40, che regola la procreazione medicalmente assistita, fino al 9 aprile scorso prevedeva il divieto di eterologa, cioè di fecondazione con donatore esterno alla coppia: una sentenza della Corte Costituzionale lo ha abbattuto, come in passato aveva rimosso il divieto di produzione di più di tre embrioni e l'obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti. Ma sull'argomento il ministro della Salute Beatrice Lorenzin non ha mostrato idee chiare. Prima ha detto: «Tecnica vietata fino alla nuova legge», poi con repentina retromarcia, ha corretto il tiro: «Eterologa possibile prima della legge».
Nel caos delle parole dette e poi rimangiate dal ministro, è chiara la posizione di Adolfo Allegra, direttore della Clinica Andros Medicina della Riproduzione Centro PMA accreditato di III livello: «Il mezzo passo indietro del ministro - non è più vietato farla in attesa di leggi - lo riteniamo una prima prova di disponibilità. Noi, nel rispetto della sentenza della Corte Costituzionale, nel rispetto dei pazienti e del loro dolore e, per ultimo, anche nel rispetto del nostro lavoro, dall’1 settembre avevamo già deciso di esercitare "l'obbedienza civile", ricominciando a eseguire le tecniche di fecondazione assistita eterologa. Lo faremo insieme a tanti altri centri italiani e insieme ai centri della Regione Toscana che ha già emanato sull'eterologa delle linee guida regionali. Lo faremo, rimanendo dalla parte della legge e delle regole condivise. Se arriveranno, ci atterremo alle indicazioni che verranno fuori dal tavolo con Regioni e Consulta, ma nel frattempo andiamo avanti. Se io fossi una coppia, denuncerei il centro che non garantisce un mio diritto».
E QUAL È IL RUOLO DELLA REGIONE SICILIANA? «Noi vorremmo, e faremo il possibile perché questo avvenga, che la Regione prendesse una posizione: se non riconoscerà le tecniche eterologhe eseguite all'interno del Servizio sanitario, la Sicilia resterà sempre terra di emigrazione sanitaria, che oggi riguarda il 43% dei pazienti; le coppie si sottoporranno alla pratica qui a pagamento o emigreranno altrove e sarà sempre la Regione a pagare attraverso la cassa di compensazione interregionale. Quindi il presidente Crocetta e l'assessore Borsellino devono intervenire per regolamentare, con l'aiuto di esperti, le tecniche eterologhe. In Italia i costi per un'eterologa oscillano tra i 4 e i 5 mila euro».
PROFESSORE, PUÒ SINTETIZZARE TUTTA LA FACCENDA? «La storia è semplice, tristissima e, credo, ben nota. Dopo 10 anni di oscurantismo legislativo in cui in Italia, a differenza di tutti i grandi paesi occidentali, è stata vietata la fecondazione eterologa, la Corte Costituzionale, con la sentenza del 9 aprile scorso, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale di questo divieto. Dalla pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale, il 18 giugno, tutti i centri autorizzati all'esecuzione della procreazione assistita avrebbero potuto iniziare a eseguire subito le tecniche eterologhe».
MA IL GIORNO DOPO LA PUBBLICAZIONE DELLA SENTENZA DELLA CORTE, SOLERTEMENTE ARRIVANO LE DICHIARAZIONI DEL MINISTRO DELLA SALUTE BEATRICE LORENZIN... «La Lorenzin precisava che forse sarebbe stato meglio ricominciare a eseguire l'eterologa soltanto dopo l'aggiornamento delle linee guida sulla Procreazione medicalmente assistita, peraltro scadute da ben 3 anni. Era senza dubbio lecito, e forse anche doveroso, da parte del ministero aggiornare quelle linee guida per definire alcune particolarità inerenti, in modo specifico, alle nuove tecniche: età massima dei donatori, numero di nati da un singolo donatore, unicità dei consensi informati, possibile rimborso della giornata lavorativa per il donatore. Inoltre non va dimenticato che regole severe e condivise sono stabilite da anni dalle linee guida internazionali e che tante altre "regole", come quella sulla tracciabilità dei gameti, sono state già fissate in ambito europeo, e il nostro Paese le ha recepite nel 2010».
LA LORENZIN AVEVA SBANDIERATO AI QUATTRO VENTI CHE ENTRO LA FINE DI LUGLIO SAREBBERO STATE PUBBLICATE LE NUOVE LINEE GUIDA, INVECE NULLA... «Desiderando partire tutti insieme e in modo condiviso, abbiamo deciso di attendere ma alla fine di luglio, e dopo un lungo lavoro durato più di un mese, le linee guida non sono state emanate e il ministro con nuova solerzia ci ha detto che forse sarebbe stato meglio promulgare un dl e che lei entro l'8 agosto lo avrebbe fatto approvare dal governo».
INVECE, NULLA... «Quel giorno il Consiglio dei ministri non ha approvato il dl, decidendo, incredibilmente, di rinviare la problematica eterologa alle Camere per una legiferazione complessiva. E' evidente che questa decisione è finalizzata a rimandare sine die la possibilità di eseguire l'eterologa in Italia. Mi chiedo: quanto ci metterà il Parlamento - ammesso e non concesso che lo voglia - a fare le nuove regole? Per promulgare la legge sulla fecondazione assistita ci ha impiegato 20 anni... E quanto ancora dovranno aspettare le coppie che necessitano dell'eterologa per coronare il sogno di avere un bimbo, sottoponendosi a questa tecnica nel loro paese? Quanti viaggi della speranza dovranno ancora fare all'estero? Per quanto tempo le coppie meno abbienti che non si possono permettere di andare in altri paesi - come recita la sentenza della Corte Costituzionale - dovranno essere discriminate rispetto alle altre?».