ROMA. Attivata una partnership senza precedenti tra Università di Tor Vergata e Harvard di Boston che consentirà la nascita a Roma di un 'ospedale dei topolini' per mettere a punto rapidamente nuove terapie anticancro personalizzate da usare poi direttamente su pazienti 'difficili' che non rispondono alle cure standard. E' solo uno degli obiettivi - già in fase attuativa - della neonata 'Fondazione HBT' (Harvard Medical FacultyPhysicians-Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston-Tor Vergata), che significa anche 'Hope to Beat Tumorigenesis' - Speranza di vincere i tumori, presentata oggi in ateneo durante l'incontro 'La Medicina di Domani, oggi'. Forte dell'expertise maturata da un'analoga esperienza già attiva in Usa, l'ospedale del topo di Tor Vergata segna l'iniziodi una nuova era per le sperimentazioni cliniche contro i tumori, in raccordo tra l'ateneo romano e la prestigiosa Harvard University. ''La Fondazione - racconta all'ANSA Giuseppe Novelli, rettore di Tor Vergata - è stata sancita ieri di fronte a un notaio e apre le porte al futuro, una ricerca senza confini dove non ci saranno più cervelli in fuga ma solo ricercatori che lavorano tra Usa e Italia a progetti congiunti'', scambiando informazioni e accelerando il passaggio tra ricerca su animali e applicazioni cliniche sui pazienti. L'ospedale del topo, ideato dall'italiano Pier Paolo Pandolfi che dirige il Cancer Center di Harvard alcuni anni fa e già attivo a Boston, tecnicamente definito 'progetto Co-Clinico', è una struttura in cui topolini sono modificati geneticamente per studiare i geni del cancro di un certo paziente. Ciò consente di arrivare rapidamente a scoprire nuove molecole, nuove combinazioni di farmaci e nuovi protocolli terapeutici da usare sul singolo paziente. In questo modo, spiega Pandolfi, si curano pazienti che altrimenti non avrebbero chance di guarigione.