C’erano politici, sindaci e sindacalisti, decine di associazioni e tanti, tanti cittadini alla manifestazione indetta a Villa San Giovanni per dire no al ponte sullo Stretto. E così, in migliaia, hanno dato vita ad un corteo colorato e rumoroso con bandiere, striscioni, tamburi e cartelli che si è mosso da piazza Valsesia dove era stato fissato il raduno fino a piazza Chiesa a Cannitello, costeggiando il lungomare che si affaccia sul braccio di mare dove è stato deciso di realizzare l’infrastruttura stradale e ferroviaria più lunga al mondo «con costi enormi - hanno detto gli ambientalisti - che pagherà il territorio».
Tra i politici presenti Angelo Bonelli leader di Avs: «a chi mi chiama “Angelo degli esposti” - ha detto - rispondo che, di fronte a un progetto così vecchio e a una gara fatta 20 anni fa, alla negazione di documenti fondamentali e alle contestazioni tecnico-scientifiche di esperti che sostengono che un ponte a campata unica di 3.300 metri è insostenibile, il ricorso all’autorità giudiziaria è inevitabile. Cosa che farò, per la terza volta, la settimana prossima».
«Oggi a Villa San Giovanni si è svolta una straordinaria mobilitazione che non riguarda solo calabresi e siciliani, ma coinvolge tutta l’Italia. Sul tema del ponte sullo Stretto, c’è un ampio dissenso anche tra elettrici ed elettori di destra. 14 miliardi di euro di soldi pubblici vengono gestiti come una questione privata dal ministro Salvini, con l’appoggio della Premier Meloni. Nel frattempo, a me, che sono un parlamentare della Repubblica, vengono continuamente negati documenti fondamentali», ha detto ancora Angelo Bonelli. «Mentre Giorgetti taglia risorse, come gli ecobonus e si appresta a fare una finanziaria che taglierà 12 miliardi di euro alla spesa pubblica, 14 miliardi di euro di soldi pubblici vengono destinati a un’opera che non è la priorità del Sud, che invece avrebbe bisogno di investimenti in sanità, trasporti e scuola - ha concluso Bonelli - . Se ci fosse un referendum sul ponte, oltre il 70% degli italiani direbbe di no», conclude Bonelli.
Presente anche Sandro Ruotolo, ex parlamentare, e oggi candidato al Parlamento europeo con il Pd, in corsa come l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano per Alleanza Verdi-SI e Pasquale Tridico per il M5S.
Da Punta Faro Messina è giunta una delegazione di residenti per unirsi nella lotta a quanti potrebbero condividere la loro stessa sorte a Cannitello.
Si tratta delle aree che, sulle due sponde, saranno oggetto di esproprio per far posto ad ancoraggi e piloni.
A loro è già arrivata la lettera che annuncia l’avvio della procedure. Sono stati promessi incentivi e generosi risarcimenti. Ma non si fidano. Temono che il territorio in cui risiedono da sempre possa essere irrimediabilmente devastato dalle ruspe.
Intanto, rammentano, nelle prime dichiarazioni ufficiali, molti evidenziano che gli unici soldi per il Ponte siano, al momento, quelli sottratti al Fondo di Coesione di Calabria e Sicilia.
Su balconi e ringhiere di molte abitazioni, a corollario del serpentone di gente che ha sfilato senza problemi, sono apparsi cartelli «No ponte», «Difendiamo lo Stretto». Tanti anche gli slogan urlati: «Lo dice il pescespada, lo dice il capodoglio, il ponte sullo Stretto non lo voglio», e ancora «Calabria e Sicilia unite nella lotta. Lo stretto di Messina non si tocca».
In chiusura, sul palco sono state ribadite le ragioni che il rappresentante del comitato No ponte Sicilia ha definito di una «lotta intergenerazionale che parla di un territorio e di una prospettiva. Un tratto di mare unico al mondo, narrato e citato fin dall’antichità, dove i vecchi pescatori, davanti alla prospettiva della costruzione del ponte, rispondevano: “la strada c’è già, ed è il mare”».
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