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Depuratori e reti fognarie, in Sicilia restano al palo 11 cantieri

È una corsa contro il tempo: i lavori devono partire entro il 2025 per evitare le procedure di infrazione che costano una quarantina di milioni all’anno di sanzioni

Il cantiere del collettore sud orientale di Palermo
Il cantiere del collettore sud orientale di Palermo

La sfida è far partire gli ultimi undici cantieri finora al palo prima della fine del 2025. Solo così la Regione potrà imboccare la via d’uscita da tre procedure di infrazione comunitarie per i depuratori e le reti fognarie che costano una quarantina di milioni all’anno di sanzioni.

E fra le opere che la struttura commissariale nominata dal governo nazionale sta provando a spingere ci sono soprattutto quelle che rivoluzioneranno il sistema fognario di Palermo. Di più, la madre di tutti gli appalti è il sistema che fa perno intorno a Fondo Verde e che vale 60 milioni e 975 mila euro. «Contiamo di aprire il cantiere entro fine anno» anticipa Toto Cordaro, sub commissario che si occupa degli appalti in Sicilia Occidentale.

Per bloccare le procedure di infrazione (la prima risalente al 2004, la seconda al 2009 e l’ultima a pochi giorni fa) il governo nazionale ha stanziato 667 milioni per le province di Palermo, Trapani, Agrigento e Caltanissetta e il governo Schifani ha aggiunto 350 milioni di fondi comunitari. Quella per la depurazione è una partita che vale un miliardo, almeno in Sicilia Occidentale.

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