All’inizio erano oltre tremila ad ambire a uno dei 21 posti d’oro dell’Assemblea regionale siciliana, quello di coadiutore parlamentare. Ora sono rimasti in 53. E tutti i loro nomi sono finiti sotto la lente di ingrandimento dei candidati bocciati dopo la prova preselettiva. Perché ad aver superato il primo sbarramento fino ad arrivare in pole position per l’assunzione che assicura un posto fisso da circa 140 mila euro all’anno sono stati anche alcuni politici, parecchi parenti di dirigenti del Parlamento regionale e figli di vertici amministrativi della Regione.
Doveva essere l’atto che sbloccava un concorso annunciato nella passata legislatura e che ha iniziato il suo percorso a marzo del 2023. Invece la pubblicazione della prima graduatoria, che riduce i candidati fino quasi al limite delle assunzioni previste ha aperto una velenosa polemica che da qualche giorno attraversa i corridoi dell’Ars e anima le chat dei concorrenti. E che potrebbe finire presto in un esposto alla magistratura.
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