La manovra «snella» è già diventata un testo di 33 articoli che valgono 420 milioni di spesa. La Finanziaria quater ha superato nella notte fra mercoledì e giovedì (30 e 31 ottobre) il primo test in commissione. E già ieri è stata incardinata in aula all’Ars, dove verrà votata fra martedì e giovedì prossimo, almeno secondo i piani del governo che poi vorrebbe portare a Sala d’Ercole la riforma che reintroduce l’elezione diretta nelle Province e poi la Finanziaria per il 2025.
E tuttavia dal testo uscito dalla commissione manca la norma che più di tutte ha spaccato i partiti e l’opinione pubblica nella fase di stesura della prima bozza, quella che stanzia 30 milioni per erogare aiuti a fondo perduto da 5 mila euro all’anno a famiglie che hanno un reddito Isee inferiore ai 5 mila euro.
Il governo ha preferito non mettere al voto nella notte in commissione questa misura. Che è il manifesto della Finanziaria quater di Schifani. Il clima nella maggioranza non era ideale per un voto così delicato. Ma il piano di Palazzo d’Orleans non cambia. Il governo ha fatto sapere che presenterà direttamente in aula l’emendamento che istituisce il reddito di povertà (Schifani lo ha definito così). A quel punto il voto diventerà un test di tenuta della maggioranza.
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