Fuori dall’Ars l’assedio delle donne di schieramenti opposti della politica e del mondo sindacale e dell’associazionismo che chiedono più spazio nelle giunte comunali. Dentro il Parlamento il caos calmo di schieramenti e partiti spaccati su ognuno dei 15 articoli e 400 emendamenti che compongono la riforma degli enti locali. È in questo scenario che è maturata la decisione del centrodestra di fermare tutto e spingere il contestatissimo testo su un binario morto, verso le sabbie mobili del ritorno (l’ennesimo) all’esame in commissione.
La parola fine al cammino della riforma degli enti locali, già nei fatti, dovrebbe essere posta ufficialmente oggi, quando l’Ars tornerà a riunirsi e si troverà davanti allo stesso problema che la paralizza dall’inizio di settembre: iniziare a votare su un testo che vede una maggioranza diversa e trasversale su ogni articolo.
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