Il senatore del M5s, Roberto Scarpinato, componente della commissione Antimafia, si sarebbe accordato in occasione della sua audizione come testimone in un procedimento penale nei confronti
di Gioacchino Natoli, ex presidente della Corte d’Appello di Palermo e attualmente sotto indagine dalla Procura di Caltanissetta. Che ha contestato il contenuto delle loro conversazioni, casualmente intercettate, nel corso delle quali avrebbero «aggiustato» le dichiarazioni che si apprestava a rendere all’Antimafia. «La notizia che il senatore del M5s Roberto Scarpinato, componente della commissione Antimafia, si sarebbe accordato con un audito dalla stessa, cioè il dottor Gioacchino Natoli, ex presidente della Corte d’Appello di Palermo e attualmente sotto indagine dalla Procura di Caltanissetta, per concordare domande e risposte da rendere sull'inchiesta della strage di via d’Amelio, costituirebbe un fatto di gravità inaudita», ha attaccato il senatore di Fratelli d’Italia Costanzo della Porta, componente della commissione Antimafia. Che ha poi invitato Scarpinato alle dimissioni «se fosse tutto fosse confermato. Non sarebbe degno di rappresentare il parlamento in commissione Antimafia»
A queste parole risponde direttamente Scarpinato. «È radicalmente falso - scrive in una nota Scarpinato - anche perché non vi sarebbe stato nulla da contestare. Con Natoli ho condiviso un lunghissimo percorso di lavoro che ha reso normale un costante e approfondito scambio di idee tra noi. In questo contesto - prosegue il senatore dei 5 stelle -, dopo che nei suoi confronti dinanzi alla Commissione Parlamentare Antimafia erano stati sollevati sospetti di condotte illegali, mi ha esternato il proprio rincrescimento per l’infondatezza delle accuse e mi ha anticipato la sua ferma volontà di essere ascoltato dalla Commissione per esporre analiticamente le sue ragioni ed illustrare i documenti da lui progressivamente reperiti, che avrebbero dimostrato la regolarità della sua condotta. Ragioni che - ha sottolineato - mi ha esposto e che, in attesa di essere convocato dalla Commissione, aveva ritenuto anche di anticipare e rendere pubbliche con plurime interviste agli organi di stampa, dettagliandole infine nella sua audizione in Commissione».
«Ascoltando elementi a mio avviso rilevanti per la completa ricostruzione dei fatti - ha spiegato - ho esortato Natoli a riferirle con rigore alla Commissione. É evidente il contenuto fuorviante e falsificatorio dell’articolo, per il quale valuterò con i miei legali come procedere, chiaramente finalizzato a supportare l’azione di quelle parti politiche che, sin dall’inizio dei lavori della Commissione Antimafia, hanno ripetutamente anticipato la loro volontà di escludermi dalle indagini conoscitive sulle stragi, in modo da impedirmi di apportare il mio contributo per fare luce su tutti i buchi neri, sui depistaggi, sui retroscena politici scottanti che possono coinvolgete personaggi intoccabili. Non mi turba in alcun modo - ha concluso Scarpinato - l’essere stato intercettato, non avendo nulla da nascondere».
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