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Nomine della sanità, è tutti contro tutti ma i delusi sono soprattutto nella maggioranza

L'indicazione dei direttori amministrativi e sanitari di Asp e ospedali ha portato alla luce alcune crepe che lasciano prevedere nuove scosse di terremoto su Palazzo d’Orleans

Palazzo'Orleans

Il fronte dei delusi è vastissimo e mette insieme anche big forzisti. Il day after della nomina dei direttori amministrativi e sanitari di Asp e ospedali ha portato alla luce le crepe nella maggioranza e lascia prevedere nuove scosse di terremoto su Palazzo d’Orleans.

La geografia delle nomine corrisponde ai nuovi rapporti di forza nella maggioranza. È andata meglio all’ala leghista di Sammartino, a quella etnea di Fratelli d’Italia legata soprattutto a Gaetano Galvagno e alla Dc di Cuffaro malgrado la delusione di uno dei big, l’agrigentino Carmelo Pace.

Schifani ha registrato il malessere diffuso ma ha allontanato da sé le cause che lo hanno alimentato: «Non mi sono immischiato nella scelta dei direttori sanitari e amministrativi. Sono competenze che spettano ai manager».

Fra i delusi si iscrivono però anche alcuni tra i principali esponenti forzisti. L’ala che fa capo a Edy Tamajo e Gaspare Vitrano aveva sperato nella nomina del direttore sanitario del Civico. Nel pomeriggio di lunedì sembrava cosa fatta ma poi è saltata a beneficio di candidati più vicini alla Dc e ad altri ambienti forzisti. Ma, soffiano da altre aree del partito del presidente, l’area Tamajo-Vitrano avrebbe ottenuto un ruolo all’ospedale Cervello-Villa Sofia.

Equilibri difficilissimi da codificare. E tuttavia il risultato politico è un clima da tutti contro tutti nei partiti che sostengono Schifani e anche all’interno di Forza Italia. Dove da giorni c’è un fronte che contesta l’operato del dirigente generale dell’assessorato alla Sanità, Salvatore Iacolino, «reo» secondo i forzisti di aver influenzato questa fase politica.

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