Una partita che vale alcune centinaia di milioni. Ed è anche una corsa contro il tempo che, se persa, lascerebbe il mondo della formazione professionale, i funzionari degli assessorati e una gran fetta delle imprese che hanno rapporti con la Regione in attesa dei finanziamenti per prestazioni già svolte da mesi.
Si chiama riaccertamento, ed è l’operazione con cui gli assessorati stanno verificando la validità e la copertura di tutte le spese previste nel 2023 e ancora da fare. Ognuna di queste è destinata a interi settori produttivi: la formazione professionale attende almeno 350 milioni, il mondo delle imprese più o meno altrettanto. Fino alla primavera appena trascorsa questi crediti valevano circa due miliardi.
Ora i vari assessorati si sono portati avanti col lavoro, complice la minaccia di Schifani di sanzionare i dirigenti, e restano da completare le operazioni finali. Che valgono, appunto, meno di un miliardo. E che riguardano, filtra da Palazzo d’Orleans, per lo più le spese legate a fondi extraregionali. A cominciare da quelle finanziate con i contributi comunitari per proseguire poi con le altre da coprire attraverso il Pnrr.
Nei giorni scorsi è montata di nuovo la protesta di enti e sindacati della formazione professionale, irritati per un’attesa che in qualche caso dura dalla fine dell’anno scorso e preoccupati dal timore che il riaccertamento non venga completato entro la pausa di ferragosto. Significherebbe far scivolare i pagamenti a settembre, nel migliore dei casi.
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