La caccia agli ultimi fondi della Regione è già partita. Vede impegnati in una sfida a colpi di emendamenti assessori e deputati. E andrà avanti almeno per le prossime due settimane, visto che l’approvazione della terza manovra finanziaria dall’inizio dell’anno è prevista intorno al 18 luglio o fra il 23 e il 25.
È il calendario che si è dato la commissione Bilancio, presieduta dal meloniano Dario Letterio Daidone, per varare la manovra sulla quale il presidente Schifani ha già firmato un assegno da 100 milioni. Si tratta delle prime somme frutto di un aumento del gettito fiscale già certificato. E Palazzo d’Orleans ha anticipato che buona parte di questi soldi verrà messa a disposizione dei deputati per gli emendamenti: c’è un patto in questo senso perché proprio il presidente aveva chiesto ai parlamentari di rinunciare alle proprie proposte nel corso del varo della seconda manovra (sulla quale pesavano tempi di scadenza strettissimi per alcune delle misure principali).
Forte di queste premesse Daidone alla fine della scorsa settimana ha messo insieme un testo base con le prime misure, frutto a loro volta di proposte dei deputati rimaste escluse dalla seconda Finanziaria. La norma più importante già inserita nel testo è quella che finanzia con 15 milioni i Comuni in pre-dissesto, cioè con piani di riequelibrio finanziario già deliberati dai Consigli. Le somme verranno divise, si legge nell’emendamento già depositato, in proporzione al numero degli abitanti. Altri 2 milioni andranno alle città metropolitane in pre-dissesto. E poi ci sono altri 10 milioni ai Comuni con popolazione inferiore ai 15 mila abitanti «per il pagamento delle masse passive e e dei servizi essenziali».
Per finanziare gli enti che impiegano giovani durante il servizio civile pronti 5 milioni. E altri due andranno, sempre che l’emendamento diventi legge, ai pescatori che hanno fatto un mese in più di fermo biologico a dicembre 2022. Pronti altri 2 milioni per acquistare servizi informatici e di telecomunicazione. E, infine, una buona fetta dei 100 milioni messi sul tavolo dal governo se la accaparreranno due consorzi di bonifica per far fronte a decreti ingiuntivi e pignoramenti frutto di sentenze che hanno impedito di pagare gli stipendi negli ultimi mesi: 6 milioni e 379 mila euro andranno al consorzio di Palermo e 6 milioni e 630 mila a quello di Enna.
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