FdI cresce e resta il primo partito, bene il Pd di Schlein. M5s crolla al 10,5%, tallonato da FI-Nm che supera la Lega: fuori Renzi e Calenda
Gli italiani disertano le urne delle europee del 2024, le prime elezioni della storia della Repubblica in cui i votanti sono meno del 50%, per l’esattezza il 49,69%, nonostante la discesa in campo di molti leader di partito. FdI cresce ancora e quota al 28,9%, bene anche il Pd targato Schlein che è al 24,5. M5s crolla invece al 10,5%, tallonato da FI-Nm che va al 9,2% e supera una Lega (all’8,5%) che non monetizza apparentemente l’effetto Vannacci, con il generale che comunque viene eletto all’Eurocamera. Risultato lusinghiero per Avs (al 6,8%) che esulta e manda Ilaria Salis a Strasburgo. Fiato sospeso, invece, per Stati Uniti d’Europa che all’ultima proiezione - la quinta - balla sotto la soglia del 4%, (3,9%) così come Azione di Carlo Calenda quotata al 3,2%. Ma uno su tutti è il dato che balza agli occhi. Ed è il nuovo record storico dell’astensionismo: solo il 49,67% degli aventi diritto - meno di un italiano su due - si è recato alle urne (alle ultime europee nel 2019 erano stati il 54,5%, in calo rispetto alla tornata del 2014 quando la percentuale era stata del 57,22%). Un dato, ma soprattutto un trend, che apre una riflessione sia nei partiti di maggioranza che di opposizione. Esulta intanto Giorgia Meloni, unico caso in Europa di una premier in carica a vincere la competizione («l’Italia si presenta al G7 e in Europa con il governo più forte di tutti», rivendica), che ha seguito da casa con la sorella Arianna le prime proiezioni per poi raggiungere giornalisti e militanti al Parco dei Principi per un’analisi più approfondita del voto. «Un voto, questo, più bello di quello del 2022», spiega sottolineando che «dopo due anni di governo nella peggiore situazione possibile» il voto ci ha detto «non speriamo che voi siate ma voi siete». «È un risultato per noi straordinario, siamo il partito che cresce di più dalle politiche», scandisce sull’altro fronte Elly Schlein dal Nazareno che vede accorciarsi «le distanze rispetto a FdI» e sente forte la responsabilità «di costruire l’alternativa» continuando «a essere testardamente unitari» per «costruire l’alternativa» anche alla luce del fatto che «la somma delle forze di opposizione supera quella della maggioranza». Tutt’altro umore - invece - si respira al quartier generale dei 5 stelle che con Giuseppe Conte annunciano «una riflessione interna» prendendo «atto del risultato, sicuramente molto deludente». «Potevamo fare meglio» è la sua amara constatazione davanti ad una «valutazione dei cittadini insindacabile». Gioisce invece Antonio Tajani: «Un risultato straordinario, Forza Italia cresce rispetto a tutte le ultime elezioni» dice il leader azzurro che immediatamente aggiunge che «da stasera, il centrodestra e il PPE sono più forti» allontanando così possibili nubi sulla maggioranza. Anzi, secondo quanto viene riferito, tra gli azzurri c’è fiducia, moderazione, calma e già un occhio rivolto alla formazione della nuova Commissione Ue. «Il centro è nel centrodestra», osserva Maurizio Lupi di Noi Moderati che ha corso assieme a Fi preannunciando «dalla prossima settimana, una volta analizzati bene i flussi dei voti, una riflessione su questo» alla luce dei risultati alle Europee della lista FI-Nm e di quelli di Matteo Renzi e Carlo Calenda. Clima cupo, invece, in via Bellerio, sede della Lega a Milano dove Matteo Salvini prima non nasconde l’amarezza per il sorpasso azzurro e per il «tradimento» di Umberto Bossi alle urne che ha dichiarato di aver votato proprio per Forza Italia. Poi vede il bicchiere mezzo pieno: «Da un anno tutti ci davano per morti, ma siamo vivi e vivaci», dice chiedendo di fare il confronto con le politiche e «con uno zero virgola in più la soddisfazione c’è». Così come c’è per l’atteso successo in termini di preferenze per Vannacci, il suo personale «all in» a queste europee che alla fine vedrà assegnare alla Lega - secondo la prima stima fatta da Opinio Italia per la Rai - 6/8 seggi da 29 che ne aveva nel 2019, con Fratelli d’Italia che invece li quadruplica (dagli attuali 6 ai futuri 23-25). Stabile il Pd che passa dai 19 seggi attuali ai 20-22, così come stabile è anche Forza Italia (attualmente ha 7 seggi e ne avrà tra i 7 e i 9) mentre cala il Movimento 5 Stelle, da 14 a 8-10 seggi.