Mercoledì 18 Dicembre 2024

Festa della Repubblica, Mattarella: «La pace è una grande sfida, ma mai sottomissione»

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

La ricerca della pace è «la grande sfida, l’orizzonte che abbiamo di fronte» ma c’è un confine insuperabile: non si può rischiare di cadere nella trappola di “baratti insidiosi”». Mai svendere «sicurezza a detrimento dei diritti, assenza di conflitti aggressivi in cambio di sottomissione, ordine attraverso paura e repressione, prosperità economica in cambio di sudditanza». Sergio Mattarella parla al corpo diplomatico accreditato in Italia e riunito nel salone dei Corazzieri in occasione della Festa della Repubblica e pianta alcuni paletti. Il capo dello Stato non entra ovviamente nel dibattito politico internazionale che coinvolge anche l’Italia, ad esempio sull’uso delle armi occidentali in territorio russo da parte di Kiev, ma vola alto e non nasconde la propria preoccupazione per la violenza dei conflitti alle porte d’Europa citando anche quanto accade a Gaza con il «numero sconvolgente di vittime tra la popolazione civile palestinese». La doverosa spinta verso la ricerca della pace non può quindi superare i limiti che definiscono la nostra società. Non si può cercare la pace ad ogni costo, rinunciando ai valori fondamentali dell’Occidente e dell’Unione europea. Il presidente lancia un richiamo etico spiegando quanto sia difficile una trattativa quando i diritti fondamentali dell’uomo sono minacciati da un’aggressione esterna. La Russia è la sola responsabile poichè «ha demolito l’architettura di sicurezza che ha garantito pace e stabilità al continente europeo e ha lanciato una nuova, angosciosa, corsa agli armamenti». Una riflessione che il presidente allarga anche alle prossime elezioni europee esplicitando la propria visione europeista proprio nel giorno in cui la premier, a poca distanza dal Quirinale, spiegava che saranno «un referendum fra due visioni opposte». In effetti sembra proprio così a sentire le parole di Mattarella che esalta la forza della scelta europea e ne ricorda il patto di sovranità firmato dai Paesi membri: «fare memoria del lascito ideale di quegli avvenimenti fondativi», come la lotta di Liberazione e la scelta repubblicana, «è dovere civico e preziosa opportunità per riflettere insieme sulle ragioni che animano la vita della nostra collettività, inserita oggi nella più ampia comunità dell’Unione Europea cui abbiamo deciso di dar vita con gli altri popoli liberi del continente e di cui consacreremo, tra pochi giorni, con l’elezione del Parlamento Europeo, la sovranità». Quindi, con un armonico intreccio tra l’Unione europea e i valori che rappresentano la Festa della Liberazione, il capo dello Stato ricorda agli italiani che «il 2 giugno del 1946, l’Italia sceglieva la Repubblica. Quel voto - all’avvio della vita democratica - rappresentò per gli italiani una chiamata alla responsabilità. In quegli anni di speranze diffuse, le aspirazioni al benessere e al miglioramento della condizione personale, procedevano insieme alle conquiste democratiche e sociali». Infine una raccomandazione ai prefetti italiani, la cui opera il Quirinale celebra ogni anno per il 2 giugno: «il lavoro dei prefetti è prezioso a favore dell’unità del Paese e della sua coesione» e serve per «gli spazi di mediazione per la tutela dell’occupazione e per il superamento dei conflitti sociali». Ma non solo, Mattarella ricorda ai prefetti che anche a loro spetta il compito di tutelare «la garanzia dell’esercizio del diritto di riunione e manifestazione».

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