Domenica 22 Dicembre 2024

In Campania e Sicilia tre morti sul lavoro in 24 ore, i sindacati: «Fermare la mattanza»

People attend a demonstration called following a general strike to say enough to the deaths at work after the Bargi power plant explosion, in Bologna, Italy, 11 April 2024. The strike proclaimed by the Italian General Confederation of Labour (CGIL) and Italian Labour Union (UIL) called for job security, for a fair tax reform and for a new social model of doing business. According to the Italian fire brigade (Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco), at least three people died and four are still missing after an explosion at the hydroelectric power plant in Bargi that took place on 09 April. ANSA/MICHELE LAPINI

Ancora morti sul lavoro. In 24 ore tre operai hanno perso la vita in provincia di Napoli e in quella di Siracusa, nei cantieri edili, e un altro un uomo è invece morto in Sicilia, mentre era alla guida del suo trattore. A Lettere, pochi chilometri dal capoluogo partenopeo, un operaio di 57 anni è precipitato dal terzo piano di un palazzo attorno al quale è in allestimento un cantiere edile. L’incidente è avvenuto in tarda mattinata, in via Depugliano, dove sono intervenuti i carabinieri. L’altra vittima, sempre nel Napoletano, a Casalnuovo, è un operaio 60enne: è stato trasportato presso la clinica Villa dei fiori di Acerra, ma per lui non c’è stato nulla da fare. Anche in questo caso sono intervenuti i carabinieri, che stanno indagando per ricostruire la dinamica. La terza morte sul lavoro in un cantiere edile a Floridia, nel Siracusano: vittima un 59enne, operaio della ditta che si stava occupando dei lavori sul tetto della casa. Si è verificato un cedimento e l’uomo è caduto ed è stato poi stato travolto dal materiale. È invece accaduto proprio il Primo Maggio, il giorno della Festa dei lavoratori, l’incidente che vicino a Favara  è costato la vita a un uomo di 64 anni, Mario Mondello, che è morto cadendo in un laghetto artificiale con il suo trattore che si è ribaltato.

Una strage senza fine

«I dati sono spietati: sono oltre 350 in tutto il Paese e 12 in Campania in questo primo scorcio del 2024 i lavoratori deceduti mentre erano impegnati nelle loro attività. Lo ripetiamo a gran voce, bisogna fermare questa mattanza», dice Nicola Ricci, segretario generale Cgil Napoli e Campania, secondo cui «ormai sul fronte della sicurezza sul lavoro abbiamo superato abbondantemente il limite di guardia. Le due morti avvenute in queste ore in altrettanti cantieri della provincia di Napoli, confermano l’inadeguatezza delle normative in vigore e la necessità di fermare questo assurdo sistema degli appalti a cascata che deresponsabilizza le singole aziende e manda in tilt il lavoro degli ispettori impegnati nell’individuazione dei colpevoli di questa strage». «Fermare le stragi sul lavoro non significa solo salvaguardare e proteggere la vita dei lavoratori, ma anche fermare l’illegalità, la criminalità che spesso si insinua nei sub appalti o in alcune realtà aziendali», precisa Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Campania e Napoli, mentre secondo i sindacati degli edili Feneal-Uil Filca-Cisl Fillea-Cgil di Napoli, «la competizione spuria, la mancata applicazione di norme contrattuali, la mancanza di formazione sono tutti elementi che attentano alla vita delle persone». Per il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, «la sicurezza sul lavoro è una priorità assoluta, per questo come governo vogliamo continuare a rafforzare sempre più le misure a tutela dei lavoratori. Occorre un impegno congiunto e costante delle istituzioni affinché simili tragedie non possano ripetersi». «Le imprese italiane - secondo il capogruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, del Pd - devono capire che la sicurezza è un investimento, non un costo. Risparmiare sulla vita delle persone è una scelta criminale». Analoghe le parole di Marco Sarracino e Guido Ruotolo, della segreteria nazionale del Pd, che chiedono più controlli e più formazione. «Siamo davanti a una strage - dice Ruotolo - che assume sempre più le dimensioni di una guerra». «Per fermare questa strage quotidiana - afferma il capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Peppe De Cristofaro - non bastano più correttivi ma servono norme certe e stringenti, più controlli e risorse».

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