Federterziario Scuola Sicilia, in rappresentanza degli enti di formazione e delle Agenzie per il lavoro in Sicilia, ha proclamato lo stato di agitazione della categoria. La decisione interessa una trentina di strutture e circa mille lavoratori. «La sofferta decisione - scrive il presidente, Tony Marfia - nasce per il persistente ritardo nell’erogazione dei corrispettivi relativi all’attività fino ad oggi svolta per conto dell’amministrazione regionale». Federterziario spiega che «la crisi è aggravata dal ritardo in merito alla mancata pubblicazione degli avvisi pubblici da parte degli assessorati regionali lavoro, formazione e istruzione, mentre alcune delle attività sono già in via di conclusione». Per garantire le lezioni, infatti, gli enti stanno sopportando tutto il peso dell’organizzazione. «È ormai prassi consolidata - prosegue Federterziario - quella che vede gli enti avviare o continuare ad erogare i servizi sotto la propria responsabilità per garantire un servizio essenziale che la Regione siciliana deve assicurare a siciliani, ma una volta avviati non vi è alcuna garanzia del come e quando verranno finanziate. Tutto ciò è procurato fallimento per gli operatori del settore che, avendo assunto notevoli impegni economici nei confronti di dipendenti e fornitori, si ritrovano costretti all’emarginazione perché ben che vada vedranno qualche soldo, i primi acconti per esempio, dopo un anno della fine delle attività e il resto, il saldo, anche dopo svariati anni». L'assessorato regionale dell’Istruzione e della Formazione professionale sottolinea come «il ritardo con i pagamenti dei corsi Iefp, che hanno come destinatari studenti in età dell’obbligo, relativi ai saldi e all’acconto dell’anno 2023/2024, sia dovuto al notorio problema relativo al mancato riaccertamento dei residui passivi e ad una criticità emersa nella codifica del capitolo Pnrr ormai in via di risoluzione, tanto da consentire l'impegno delle somme per gli acconti e la conseguenziale risoluzione nei prossimi giorni». Per quanto riguarda gli avvisi per i 4 anni e il triennio 2024/2027, «la pubblicazione è prevista entro maggio». L'assessorato, d’altra parte, raccomanda agli enti «di rendicontare tutti i fondi presi in passato e per i quali sono state notificate le diffide».