Il primo round dei tecnici si è concluso lunedì scorso, con riscontri e dati che verranno illustrati oggi (17 aprile 2024) a Palermo, durante la terza riunione della cabina di regia istituita e guidata dal presidente della Regione per trovare soluzioni alla crisi idrica che soffoca l’Isola. Una volta terminato l’incontro, in programma nel pomeriggio, comincerà subito il secondo round di sopralluoghi, sempre con personale specializzato afferente alla Protezione civile, che tra sabato e martedì prossimo dovrebbe dare un parere definitivo su costi, benefici e tempi dell’opera in questione: l’ammodernamento e la conseguente riattivazione dei tre dissalatori presenti in Sicilia, quelli di Porto Empedocle, Paceco-Trapani e Gela, il primo dismesso da oltre un decennio gli altri da più di un ventennio.
Il condizionale, dunque, è ancora d’obbligo, appeso alle ulteriori verifiche e al via libera definitivo del governatore Renato Schifani e di Salvatore Cocina, capo della Protezione civile siciliana nonché coordinatore della task force di professori accademici e dirigenti regionali chiamati a domare la siccità, senza dimenticare che manca ancora il disco verde agli stanziamenti necessari, cioè la dichiarazione dello stato d’emergenza chiesta dalla Regione a Roma. Il nulla osta, però è molto più che probabile, perché i tre dissalatori allontanerebbero lo spettro di pesanti tagli idrici nel versante sud-occidentale dell’Isola, lì dove la penuria d’acqua, insieme all’area del Palermitano, ha ridestato l’allerta sui volumi di risorsa potabile disponibili, mentre a oriente la spia rossa riguarda soprattutto i bacini utilizzati per l’irrigazione.
(Nella foto il dissalatore di Trapani)
Un servizio completo di Andrea D'Orazio sul Giornale di Sicilia in edicola oggi
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