All’assessorato alla Sanità tutto è pronto per inserire nel sistema ospedaliero siciliano altri 37 medici stranieri, per lo più argentini. Il decreto è stato firmato alla fine della scorsa settimana e le Asp riceveranno a giorni i nominativi e la valutazione dei nuovi camici bianchi da assumere.
È la seconda tranche di una operazione iniziata a dicembre del 2023, quando l’assessore Giovanna Volo e il dirigente Salvatore Iacolino firmarono il bando che apriva la sanità siciliana ai medici stranieri. Una mossa pianificata da Renato Schifani per coprire i vuoti d’organico negli ospedali pubblici causati dalla fuga verso il settore privato, dove si guadagna di più. E dove, come ha denunciato spesso l’ordine dei medici, ci sono meno rischi di aggressioni come quelle verificatesi spesso nei reparti di emergenza e nei presidi periferici.
Il bando pubblicato a dicembre è sempre aperto e dunque in assessorato continueranno ad arrivare domande di medici che vogliono trasferirsi dall’estero. Con le 37 assunzioni di cardiologi, pediatri, anestesisti, psicologi e medici di medicina interna appena deliberate il totale arriva a 70 posti già coperti con contratti a termine di almeno sei mesi rinnovabili fino a tutto il 2025: si tratta di assunzioni che poi danno una certa priorità nei concorsi per le stabilizzazioni. Altre 20 assunzioni saranno deliberate a giorni - ha spiegato Iacolino - non appena la commissione esaminatrice avrà terminato la valutazione dei curricula. E poi ci sono già altre dieci domande in attesa di essere valutate.
Al termine di questa prima fase saranno un centinaio i medici stranieri assunti. Ma l’emergenza sarà tutt’altro che risolta, visto che un monitoraggio condotto dall’assessorato proprio in vista del bando per cercare personale all’estero ha indicato ben 1.494 posti vuoti negli ospedali siciliani.
Ne è venuta fuori una mappa delle carenze della sanità pubblica che mette i brividi visto che evidenzia la scopertura di postazioni chiave. Mancano, per esempio, ben 127 cardiologi: per lo più a Trapani, dove i posti vuoti in questa branca sono 33. E a Palermo, dove ne servono 19, o ad Agrigento dove ne servirebbero 21.
Spulciando lo stesso monitoraggio risulta evidente che la carenza maggiore è quella di medici di emergenza/urgenza. Ne servirebbero 302: ben 48 se ne cercano in provincia di Trapani, 30 a Ragusa, 27 a Messina e altrettanti a Catania, 41 a Caltanissetta, 26 ad Agrigento, 49 a Palermo 29 dei quali soltanto all’ospedale Cervello.
E sono ben 324 i posti vacanti nei reparti di anestesia e rianimazione: 44 negli ospedali etnei e altrettanti in quelli messinesi, 35 in quelli nisseni, 32 in quelli ennesi, 30 in quelli palermitani, 35 in quelli ragusani, 33 in quelli trapanesi.
L’altra branca in cui i vuoti d’organico hanno numeri mostruosi è quella della medicina interna. Servono almeno 152 camici bianchi. In questo caso i vuoti d’organico sono per lo più negli ospedali del Palermitano (40) e poi in quelli ennesi (23), agrigentini (18) e trapanesi (28).
Il monitoraggio dell’assessorato alla Sanità evidenzia anche che servono subito 93 ortopedici: 15 nel Messinese, 14 nel Palermitano e altrettanti nell’Agrigentino, 13 nel Trapanese.
È caccia anche a 92 chirurghi: 13 ne servono nell’Agrigentino, e altrettanti nel Catanese e messinese, 10 nel Palermitano, 12 nel Trapanese.
La mappa dei vuoti d’organico segnala poi la carenza di urologi (44), psichiatri (144), pediatri (31), neurologi (52), ginecologi (94) e gastroenterologi (39). Il totale fa, appunto, 1.494 medici da assumere. E non sarà una operazione breve, anche se a Palazzo d’Orleans la stanno pianificando.
All’assessorato alla Sanità tutto è pronto per inserire nel sistema ospedaliero siciliano altri 37 medici stranieri, per lo più argentini. È la seconda tranche di una operazione iniziata a dicembre del 2023, quando l’assessore Giovanna Volo e il dirigente Salvatore Iacolino firmarono il bando che apriva la sanità siciliana ai medici stranieri. Una mossa pianificata da Renato Schifani per coprire i vuoti d’organico negli ospedali pubblici causati dalla fuga verso il settore privato, dove si guadagna di più.
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