Un settore che occupa circa 10.000 addetti e produce un fatturato di oltre 250 milioni di euro all'anno. Sono questi i numeri del settore delle cave, di cui oggi pomeriggio (mercoledì 20 marzo) l'Ars ha approvato con voto unanime la riorganizzazione. E la principale novità è che da ora in poi nessuna cava di materiale lapideo in Sicilia potrà più essere abbandonata al termine del ciclo estrattivo, come avviene finora.
Chiunque chiederà una concessione per la coltivazione di un sito estrattivo dovrà assumere formalmente l'impegno, garantito da una fidejussione bancaria o da versamenti annuali collegati al canone di concessione, per il recupero ambientale del sito una volta terminato il ciclo produttivo.
«Un fatto, quello del voto unanime, che non si verifica spesso all'Ars - sottolineano il presidente della commissione Attività produttive Gaspare Vitrano e il capogruppo di Forza Italia Stefano Pellegrino, che sul tema avevano proposto un ddl - e che indica come questa normativa fosse voluta da tutti i diversi soggetti interessati a questo settore che contribuisce in modo significativo all’export nazionale e internazionale della nostra regione».
La legge approvata porta una radicale semplificazione della normativa, oggi suddivida fra ben 4 leggi regionali, tenendo anche conto della più recente normativa nazionale contenuta nel cosiddetto Codice dell’ambiente.
«Il gruppo del Partito democratico ha contribuito concretamente all’approvazione di un disegno di legge di grande importanza per un’attività economica fondamentale in Sicilia qual è quella estrattiva». È il commento di Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars. «Abbiamo finalmente varato - aggiungono Nello Dipasquale e Dario Safina componenti Pd della commissione Attività produttive - una legge di riforma e riordino delle cave che prevede lo snellimento di alcune procedure autorizzative, ma soprattutto tiene conto oltre che degli interessi estrattivi anche di quelli relativi al recupero ambientale, per evitare lo sfregio del paesaggio perpetrato in troppe occasioni negli anni in passati».
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